“Non ho mai avuto l’onore di conoscere Conte” e “chi accusa il premier di conflitto di interesse dovrebbe spiegare quale beneficio mi dà il decreto legge, visto che la mia quota vale zero e se nazionalizzano la banca varrà meno di zero“. Lo dice in un colloquio con La Stampa Raffaele Mincione, uomo d’affari e finanziere entrato in Carige un anno fa con il 5,4% e ancora azionista dell’istituto con poco meno del 5% dopo aver perso la battaglia con i Malacalza per il controllo. Agli attacchi del Pd che punta il dito contro il presunto asse d’interessi Conte-Alpa-Mincione l’interessato risponde che l’intervento del governo è tutt’altro che un favore e rivendica che “quanto accade oggi in Carige dimostra invece ciò che ho sempre sostenuto, e cioè che alla banca serve un’aggregazione per sopravvivere e mantenere il suo ruolo importante sul territorio”

“Non ho mai avuto l’onore di conoscere Conte”, spiega il finanziere, che parla anche con il Corriere della Sera spiegando che l’incarico per il parere pro veritate su Retelit fu dato da “uno dei miei collaboratori”. Conte all’epoca – il 14 maggio, quando il suo nome già circolava tra i possibili nomi dei pentastellati per la guida del governo – “non era ancora nessuno ma dopo l’opinione è diventato primo ministro. Uno deve pur lavorare, no?”.

Quanto al professor Guido Alpa, mentore di Conte, “che sarebbe il nostro presunto trait d’union, era per il dossier Carige la persona più giusta per lavorare con noi visto che era stato consigliere della banca, da cui si era dimesso denunciando tante cose sbagliate”, aggiunge Mincione. “Mi spiace leggere di questa assurda strumentalizzazione politica. La verità è che il governo ha fatto la cosa più ovvia e più giusta per mettere in sicurezza la banca. Chi accusa Conte dovrebbe peraltro spiegare quale beneficio mi dà il decreto legge in questione, visto che la mia quota vale zero e se nazionalizzeranno Carige varrà meno di zero”.

Secondo Mincione il provvedimento dell’esecutivo “serve per tranquillizzare i clienti e i dipendenti e per intervenire su eventuali problemi di liquidità, che se esistono o dovessero insorgere vanno affrontati rapidamente”.

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