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Luzzara ‘vieta’ l’hate speech e sì, è un buon segnale. Come fu per il fumo nel 2013

Luzzara ‘vieta’ l’hate speech e sì, è un buon segnale. Come fu per il fumo nel 2013
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Chi l’avrebbe detto? Chi l’avrebbe detto che gli impenitenti del fumo, i dipendenti della sigaretta, i tabagisti più o meno anonimi, sarebbero riusciti a rispettare il divieto di fumare nei luoghi chiusi? Eppure così è stato: dal 16 gennaio 2003 “è vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico ad eccezione di apposite sale fumatori, nelle quali può anche essere servito cibo”.

In passato il fumo era permesso ovunque, aerei, treni, scuole e cinema compresi. A personale memoria questa è stata la legge più rispettata, in assoluto.

Tutti concordi dunque: il fumo negli ambienti chiusi infastidisce oltre che danneggia fumatori attivi e passivi: da 16 anni quindi per tutti è normale non farlo. A questo ho pensato quando ho letto della notizia che a Luzzara il sindaco Andrea Costa ha introdotto “l’ordinanza anti cattiveria” e tra i primi sanzionati c’è proprio il primo cittadino che, proprio nei giorni scorsi aveva ceduto alla tentazione dell’insulto facile via web nei confronti di alcuni esponenti del governo. Il sindaco della località emiliana (9mila abitanti di cui circa 20% immigrati) si è autotassato imponendosi una sanzione civica tra quelle comprese nell’ordinanza comunale: la lettura della Costituzione o di testi quali Se questo è un uomo di Primo Levi, Il razzismo spiegato a mia figlia di Tahar Ben Jalloun, Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, la visione de La vita è bella o di Quarto potere, Philadelphia o Inside out. Oppure ancora la visita al campo di concentramento di Fossoli di Carpi, al complesso delle sette chiese di Santo Stefano a Bologna o dedicare almeno dieci ore di volontariato in una una delle associazioni della cittadina.

Provocazione a parte l’ordinanza comunale che vieta “ogni esibizione di cattiveria, rancore o rabbia nei luoghi pubblici e nelle piazze virtuali” può – a mio avviso – essere un segnale. È un modo quantomeno per porsi il problema, un po’ come rendersi conto che trascorrere la serata in un ambiente senza il fumo della sigaretta è decisamente meglio che respirare aria inquinata. E a parte l’impatto immediato del fumo, ci sono le “ricadute a lungo termine”: secondo l’ultimo rapporto di Nbc News, infatti, i mozziconi di sigaretta inquinerebbero ancora più della plastica; i loro filtri fatti di acetato di cellulosa avrebbero tempi di smaltimento pressoché perenni. Un po’ come l’odio, la cattiveria. E se il fumo si deposita sui polmoni, odio e cattiveria – come il fumo – avvolgono ambienti e persone. Non basterà certo l’ordinanza di un piccolo Comune per estirpare l’attitudine allargata al rancore in ogni sua forma.

Ma a suo tempo si diceva lo stesso della legge contro il fumo negli ambienti chiusi…

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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