L’argomento è diventato improvvisamente, ma non inaspettamente, attuale col commissariamento della Carige, un tempo Cassa di Risparmio di Genova. Voglio peraltro mettere le mani avanti, prevedendo commenti al titolo di questo post del tipo: “Ma io così tanti soldi sul mio conto non li ho mai visti. Magari!”. Lo so che, scrivendo di investimenti, mi occupo di problemi di lusso. Però a me dà comunque fastidio che uno venga ingannato, anche se altri stanno peggio di lui. E fra i tanti clienti presi in giro dalle banche, ci sono quelli con rilevanti somme liquide sul conto. Scelta per altro felice per il 2018, essendo stato uno dei pochissimi impieghi dei risparmi (o eredità) conclusosi senza perdite nominali.

Qual è però una delle trovate per rifilare ai clienti fondi, polizze e altre trappole del risparmio gestito? Convocarli, se il loro conto supera i 100mila euro, e fargli presente il rischio di bail-in. Cioè la normativa che, in caso di gravissime difficoltà della banca, prevede che vengano colpite prima le sue obbligazioni, ma poi anche conti correnti e libretti per quanto supera 100mila euro a testa. Anche il fondo interbancario di autotutela dei depositi protegge solo fino a tale cifra. Spaventato così il cliente, il premuroso bancario gli indica fondi, polizze e roba simile, dove converrebbe trasferire la liquidità per evitare il rischio del bail-in.

Davvero una bella faccia tosta, perché è come dire: “I nostri dirigenti sono così inaffidabili, inetti o disonesti che potremmo finire peggio della Banca Popolare dell’Etruria o di Vicenza, dove i conti correnti non furono minimamente toccati. Noi non sappiamo gestire la nostra banca, ma sappiamo consigliarle dove mettere i suoi risparmi”. E dove li indirizzano? Per esempio in fondi che gestiscono loro stessi oppure altre società con cui sono in combutta per spartirsi grasse commissioni. Da ridergli in faccia e rispondergli: “Mica matto! Me ne guardo bene”. Eppure molti ci cascano.

Come stanno in realtà le cose? Per i soldi sui conti presso le banche italiane, in particolari grandi o medie, il rischio è praticamente nullo e così è sempre stato. Quando la Banca Popolare di Vicenza minacciava di saltare, come poi avvenne, io non mi preoccupavo per nulla se il saldo del mio conto superava i 100mila euro.

La garanzia che conta non è di natura giuridica, bensì politica, cioè del sistema. Che vuole comunque protetti conti correnti e libretti. Per cui non si corrono veri pericoli anche oltre il massimale in questione, in particolare in banche vigilate dalla Banca Centrale Europea, come la Carige. In ogni caso, per un’ipotetica maggiore sicurezza, basta ripartire la liquidità fra più istituti. Senza comprare nulla. Non si deve parlare invece di rischio, sottoscrivendo fondi, polizze, certificati ecc. Bensì di certezza di farsi portare via soldi da gestori, emittenti, collocatori, venditori e cosiddetti consulenti.

Articolo Precedente

Banca: ma quale codice etico, limitiamoci a essere onesti

next
Articolo Successivo

2019, c’è chi predice una nuova recessione. Ma noi possiamo contare sui nostri giallo-verdi

next