Il cda di banca Carige è decaduto, in seguito alle dimissioni di altri cinque consiglieri, tra cui il presidente Pietro Modiano e l’amministratore delegato Fabio Innocenzi, comunicata lo scorso 31 dicembre. La Banca centrale europea ha nominato tre commissari straordinari, gli stessi Innocenzi, Modiano e Raffaele Lener, mentre è stato nominato un comitato di sorveglianza composto da tre membri, Gian Luca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti, che subentreranno al consiglio di amministrazione dell’istituto ligure. Il titolo Carige è stato intanto sospeso in borsa. Dopo la notizia dell’amministrazione straordinaria, i sindacati hanno chiesto la convocazione al Mef, mentre il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha garantito l’impegno del premier Giuseppe Conte. Sono le conseguenze che hanno investito la banca dopo il terremoto provocato dal no del socio di riferimento, la famiglia Malacalza, all’aumento di capitale, bocciato dall’assemblea del 22 dicembre scorso.

L’amministrazione straordinaria “semplificherà e rafforzerà la governance di Carige e di conseguenza l’esecuzione della strategia in un quadro di sana e prudente gestione”, commenta Modiano in una nota. “I vantaggi in termini di stabilità della banca si tradurranno in benefici per i clienti, i dipendenti e il territorio”, aggiunge Innocenzi, anche lui nominato commissario. “Essere stato nominato accanto agli esponenti apicali della banca, confermati nel nuovo ruolo commissariale, è indice della chiara scelta di dare continuità operativa alla banca all’interno della strategia già delineata”, afferma invece il terzo commissario, Raffaele Lener.

I comunicati dell’istituto – Carige sottolinea come sia “garantita la consueta operatività senza alcun impatto su clienti, depositanti e dipendenti”. E spiega che “in continuità con la strategia in atto verranno proseguite da parte di Innocenzi, Modiano e Lener le attività di rafforzamento patrimoniale, rilancio commerciale attraverso recupero delle quote di mercato nei segmenti core, derisking attraverso la riduzione dei Non Performing Loan, ricerca di possibili ‘business combination'”. “Questi elementi troveranno una sintesi nel piano industriale la cui predisposizione è già in corso. Tra i primi atti della rinnovata gestione dell’istituto – si legge nei comunicati della banca – ci sarà anche l’avvio di riflessioni con lo schema volontario di intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi per rivalutare l’operazione alla luce del nuovo quadro venutosi a creare e al fine di consentire il proseguimento delle attività di rafforzamento patrimoniale dell’istituto”.

Le dimissioni – L’esito dell’assemblea del 22 dicembre dei soci di Carige, che non ha approvato la delega al consiglio di amministrazione per l’aumento del capitale sociale, ha spinto alle dimissioni Modiano (presidente e consigliere), Innocenzi (amministratore delegato e consigliere), Salvatore Bragantini (presidente del Comitato Spese e nomine e consigliere), Bruno Pavesi (membro del Comitato Spese e nomine e consigliere) e Luigi Calvosa (membro indipendente del cda). Dimissioni che si aggiungono a quelle di Lucrezia Reichlin, vice presidente di Banca Carige, e al passo indietro di Raffaele Mincione, decisi già all’indomani dell’assemblea.

Il titolo sospeso – Intanto la Consob ha disposto “la sospensione dalle negoziazioni dei titoli emessi o garantiti da Banca Carige nelle sedi di negoziazione italiane nei quali i suddetti titoli sono ammessi alle negoziazioni”. È l’altro effetto del mancato appoggio del socio forte, la famiglia Malacalza, all’aumento di capitale da 400 milioni di euro che rappresentava la seconda fase del rafforzamento patrimoniale e strutturale avviato con l’emissione di un bond subordinato sottoscritto per 320 milioni di euro dallo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Garanzia e dal Banco di Desio e Brianza. Una manovra complessiva rispetto alla quale la banca aveva comunicato aver ricevuto l’autorizzazione dalla Bce.

I sindacati – “Ci è difficile trovare le parole per commentare questa triste vicenda. Il cambio repentino e continuato degli amministratori delegati da parte del socio di riferimento, cioè la famiglia Malacalza, ha causato questa situazione che ha aspetti tragicomici”, dice il segretario generale della Uilca Massimo Masi. “Chiediamo – aggiunge – che il ministero dell’Economia e delle Finanze convochi quanto prima, come fatto negli anni passati, con il Monte dei Paschi, le due Venete e le altre banche andate in risoluzione, i segretari generali delle organizzazioni sindacali e i rappresentanti sindacali interni per discutere di questa grave situazione che si è creata”. Intanto Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno chiesto un incontro urgente ai commissari straordinari della banca.

Toti: “Conte ha assicurato attenzione” – “Ho sentito stamani il neo-commissario Modiano e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha assicurato grande attenzione da parte del Governo alla vicenda e all’economia ligure in generale, come ha dimostrato il Decreto Genova“, ha scritto il governatore Giovanni Toti su Facebook. “Banca Carige è partner della Regione Liguria in molte operazioni di politica economica, nonché patrimonio irrinunciabile del territorio – ha concluso Toti – ribadiamo la nostra fiducia, la stessa che da sempre i liguri manifestano nei confronti di Carige e che non mancherà neppure in questa occasione”. La bocciatura dell’aumento di capitale di Carige “è la prova che il meccanismo di governo complessivo si è inceppato, per cui questo provvedimento è l’unica cosa che poteva essere fatta. Noi lo condividiamo in quanto servirà a portare avanti il progetto originario” che prevede “l’aggregazione con un’altra banca”. Lo sottolinea all’Ansa il presidente del Fitd, Salvatore Maccarone. “Siamo fiduciosi che i commissari, con il controllo delle autorità, porteranno avanti rapidamente questo progetto”.

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