Nella riforma del Coni “non c’è una cosa cambiata in meglio, solo in peggio” e per questo “diventerà un boomerang tremendo” perché “alla nostra base questa cosa non è piaciuta e non piacerà mai“. Giovanni Malagò torna a criticare la riforma del Comitato olimpico voluta dal governo Lega-M5s: “All’inizio – ha detto in un’intervista all’Adnkronos – mi sono quasi sentito male. All’atto pratico non c’è una cosa cambiata in meglio, solo in peggio. È la politica. Oggi non sono neanche più arrabbiato, sono sereno perché penso che abbiamo fatto il possibile di fronte a una cosa non giusta. Noi restiamo convinti che diventerà un boomerang, ma io sono pronto a collaborare perché non voglio tradire il mio mondo”.

Malagò spiega che lo sport italiano si aspettava che “si partisse da una vera riforma e poi si arrivasse a cambiare il Coni”. Invece la norma, contenuta nella legge di Bilancio già approvata al Senato e in attesa di approvazione alla Camera, è stata avviata. “Non per polemica ma non riesco a capire come si possa chiamare riforma, chiamiamolo cambiamento”, sottolinea il capo dello sport italiano, dicendosi comunque “contento di avere avuto questo lungo periodo di interlocuzione, perché sedendoci al tavolo abbiamo fatto presenti una serie di istanze, problematiche, perplessità e tra l’altro io avevo un preciso mandato del Consiglio nazionale”.

Ad avviso del numero uno del Coni, dopo la riforma “l’influenza che avrà il Coni a livello internazionale con questi cambiamenti sarà fortemente ridimensionata, ma è una cosa autolesionista per lo sport. Che la politica volesse fare questo è chiaro, l’ho capito, ma deve sapere che ha messo in condizione il Paese di essere molto meno credibile a livello internazionale sulle manifestazioni sportive”.

Ad esempio, secondo Malagò, senza il Coni “il calcio sarebbe stato meno credibile per gli Europei Under 21, lo stesso vale per il volley e gli Internazionali di tennis”. Se “loro pensano che lo stesso tipo di valore aggiunto lo potrebbero avere con una persona scelta dalla politica, io ho delle perplessità. Tra l’altro – fa notare – la letteratura del Paese è piena dei disastri prodotti dalla politica”.

Sul cambio del Coni Servizi in “Sport e Salute”, come è definito nella riforma, il presidente del Comitato olimpico parla di “una volontà precisa dei 5 Stelle e del sottosegretario Simone Valente“. Il cambio del brand, avvisa, “costerà 5 milioni di euro” e “faranno fatica a vendere questo brand ‘Sport e Salute’  visto che è un nome così inflazionato“, aggiunge.

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