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Bolzano, l’intesa tra Svp e Lega scricchiola per il disegno di legge di Roberto Calderoli sulla riforma dei collegi

Nella legge è previsto il taglio dei parlamentari e in Trentino Alto Adige porterebbe una riduzione dei deputati da undici a sette e dei senatori da sette a quattro. Proprio l'ex ministro delle Riforme sta seguendo la trattativa per varare la nuova giunta del consiglio provinciale
Bolzano, l’intesa tra Svp e Lega scricchiola per il disegno di legge di Roberto Calderoli sulla riforma dei collegi
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L’intesa tra Sudtiroler Volkspartei e Lega per Salvini premier, accettata come un matrimonio d’interesse da parte di entrambi i partiti dopo le elezioni provinciali d’autunno, mostra crepe, infedeltà e ragioni di scontro prima ancora di nascere. Tutta colpa del disegno di legge costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari e che in Trentino Alto Adige porterebbe una riduzione dei deputati da undici a sette e dei senatori da sette a quattro. Il disegno di legge è stato approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato ed è proprio il senatore leghista Roberto Calderoli, già ministro per le Riforme, a fare da relatore, sostenendo la necessità di ridisegnare numeri di parlamentari e collegi. Ma proprio Calderoli sta seguendo a Bolzano la trattativa per varare la nuova giunta del consiglio provinciale. Dopo l’exploit leghista, che ha fatto eleggere quattro rappresentanti, Svp con i suoi 15 consiglieri si è trovata costretta a cercare alleanze. E seppure con il mal di pancia il partito ha aperto alla Lega, dopo un quarto di secolo di intese con il centrosinistra.

Ma la cura dimagrante dei seggi parlamentari (200 senatori e 400 deputati) è diventata un ostacolo per la comunità altoatesina che, in quanto minoranza etnica, ritiene un grave danno veder ridotta la propria rappresentanza. Ed è così che si è fatta stretta la via per costituire la nuova giunta, a distanza di un mese dall’inizio delle trattative, e a due mesi dalle votazioni di ottobre. Diventando perfino un caso internazionale, che ha scomodato il governo austriaco, il quale da sempre guarda all’Alto Adige come a una terra del Tirolo.

Degli sviluppi parlamentari è stato il senatore Gianclaudio Bressa, ex sottosegretario nei governi di centrosinistra, a informare il governatore uscente di Bolzano, Arno Kompatscher. Da Bolzano è partita una protesta per il governo pentastellato e contemporaneamente un’informativa è arrivata fino a Vienna. Qual è il danno lamentato dagli altoatesini? Il numero dei senatori in Alto Adige venne sancito dal punto 111 del Pacchetto d’autonomia del 18 dicembre 1991 che fu il presupposto della quietanza liberatoria del 1992 con cui Austria e Italia chiusero la controversia sull’attuazione dell’accordo di Parigi del 1946, seguito alla Seconda Guerra mondiale. Ridurre i senatori da tre a due per l’Alto Adige viene considerata una violazione di quegli accordi. E per questo che Vienna è intervenuta ufficialmente. Il governo austriaco, ha dichiarato la ministra degli esteri Karin Kneissl, si è detto “preoccupato”, in quanto “la riforma riguarda un punto importante dello Statuto d’autonomia”.

Una vera turbolenza si è così abbattuta sul tavolo dove è in corso la trattativa tra Svp e partito di Salvini. Kompatscher ha annunciato che le trattative sono congelate, in attesa di rassicurazioni da parte della Lega. Replica del commissario Massimo Bessone, primo degli eletti leghisti: “Spero che la Svp torni presto al tavolo”. E in attesa di novità, è andato a sciare.

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