Pisa è salva” ha esultato il sindaco leghista Michele Conti dopo l’incontro con il ministro dell’Istruzione Bussetti, anch’egli soldato della milizia di Alberto da Giussano. Stava infatti accadendo una cosa terribile: il rettore, il noto sovversivo Vincenzo Barone, si era detto favorevole a che la Normale aprisse una sede secondaria al Sud, precisamente a Napoli. Incurante che la contaminazione del brand e la sua meridionalizzazione avrebbe intaccato l’allure della scuola superiore, portandola al piano inferiore. Una scuola come tante, insomma. Era chiaro che la succursale napoletana, conoscendo la città e i suoi abitanti, avrebbe provocato una dispersione dell’intelligenza creativa, una riduzione del rigore e anche un allentamento della severità degli studi con un complessivo appannamento dell’immagine. Il partito di Salvini, che su Napoli, il Vesuvio e la possibile lava che avrebbe potuto definitivamente ripulirla, si è già espresso con chiarezza in tempi non sospetti. Oggi il suo sindaco pisano, insieme alla delegazione parlamentare e poi al ministro, si sono opposti a questa possibile barbarica aggressione meridionale, vincendo il braccio di ferro. “Abbiamo sventato un atto contro la nostra città”, ha detto il sindaco. Prima gli italiani. Anzi: prima i pisani!

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