Il premier Giuseppe Conte all’incontro con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker previsto per mercoledì porterà “qualcosa di nuovo”. Che cosa non si sa ancora: secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che parteciperà al faccia a faccia, è “preferibile andare a una riduzione del deficit“. Ma secondo l’agenzia Reuters per evitare la procedura di infrazione sarebbe necessario portarlo dal 2,4 al 2%, mentre Lega e Movimento 5 stelle non sono disposti a scendere sotto il 2,2% e non accettano passi indietro sostanziali su reddito di cittadinanza e ‘quota 100’. “Entro la giornata si arriverà a determinare quali sono i possibili saldi e si arriverà alla decisione politica”, ha assicurato Tria. Domani, prima di partire per Bruxelles, Conte vedrà al Quirinale il presidente Sergio Mattarella, che riceverà anche il titolare del Tesoro, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, quello degli Affari europei Paolo Savona e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

“Occorre superare un rigorismo miope, che pretende di combattere l’instabilità con misure che invece finiscono per favorirla“, ha premesso Conte nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. Subito dopo, fonti governative hanno fatto sapere che “qualcosa di nuovo c’è“. La Commissione domenica sera ha ribadito che servono correzioni “considerevoli” al deficit/pil, che con la manovra per il 2019 salirebbe al 2,4% secondo il governo e al 2,9% secondo Bruxelles. “Il tempo è molto poco”, ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, ricordando che Bruxelles guarda soprattutto al deficit strutturale, vale a dire depurato dagli effetti del ciclo economico. Secondo l’agenzia Reuters, se il target scendesse al 2% ci sarebbero “ottime” possibilità di scongiurare la procedura di infrazione Ue nei confronti dell’Italia, ma Lega e Movimento non sembrano disposti a scendere sotto il 2,2% e non accettano passi indietro sostanziali su reddito di cittadinanza e ‘quota 100’.

Il calcolo delle risorse effettivamente necessarie per le due misure bandiera potrebbe consentire di ridurre di 3,5 miliardi complessivi i fondi previsti. Ma non sarebbe comunque abbastanza per Bruxelles. Tria ha detto che in aggiunta a quei risparmi “ci sono altre tipi di correzioni: tutto questo può portare a un mutamento dei saldi oppure si possono mettere queste risorse sugli investimenti“. Il tempo stringe: Conte dovrà arrivare al vertice di domani con qualcosa di concreto in mano, anche se sulla carta per fare le modifiche il governo ha tempo fino al 19 dicembre, quando i commissari europei si riuniranno per l’ultima seduta dell’anno e potrebbero dare il via libera definitivo alla proposta di procedura. Il termine per presentare gli emendamenti parlamentari alla manovra, che è all’esame della commissione Bilancio del Senato, è giovedì 13 dicembre. L’obiettivo è chiudere l’esame del testo in commissione al più tardi lunedì prossimo in modo che il testo possa arrivare in aula martedì 18.

Conte: “Agire ora per evitare contestazioni”. E evoca i gilet gialli – Ad aggiungere complessità contribuisce la situazione francese: le misure annunciate da Emmanuel Macron per rispondere alle proteste dei gilet gialli – aumento di 100 euro dei salari minimi attraverso la detassazione e stop alla contribuzione sociale generalizzata per i pensionati che guadagnano meno di 2mila euro al mese – potrebbero pesare circa 10 miliardi sul deficit portando la Francia a sforare nuovamente il 3%. Non è affatto detto però che, come spera qualcuno nella maggioranza, questo vada a vantaggio dell’Italia. Il portavoce della Commissione Ue ha ricordato che “il parere sul piano di bilancio francese è stato pubblicato poco tempo fa” e “l’impatto di cosa verrà fuori dal processo parlamentare emergerà in primavera“. Secondo Conte, il parallelo c’è. “Se oggi siamo qui è per soddisfare i bisogni concreti dei cittadini, per difendere chi vede cadere le sue prospettive di vita, chi ha figli abbandonati a un precariato esistenziale”, ha detto parlando nell’Aula della Camera. “Questo è il modo più efficace per recuperare la crisi di rappresentanza: se vogliamo evitare contestazioni dobbiamo agire ora per allineare obiettivi di stabilità finanziaria a stabilità sociale”. Per questo, ha aggiunto, “logorare l’azione riformatrice del governo sarebbe una strategia miope, un tentativo di reprimere istanze che resterebbero comunque vive nella nostra società e che potrebbero ripresentarsi in prossimo futuro in forme che difficilmente potremmo prevedere”..

di Alberto Sofia

Le aspettative dell’Europa e la trattativa nella maggioranza – Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, intanto, assicura che per l’Italia spazi di trattativa ancora ci sono, e apre alla possibilità di giocare su “tutte le flessibilità” concesse dalle regole Ue. Ma “serve trovare impegni concreti, cifre, se vogliamo cambiare la nostra analisi”. Cioè un nuovo Documento programmatico di bilancio con un chiaro taglio del deficit e uno sforzo strutturale con un percorso credibile di rientro del debito. Intanto nella maggioranza a tre settimane dal 31 dicembre, scadenza ultima per il varo della legge di bilancio, restano ancora diversi nodi, a partire dal taglio alle pensioni d’oro. Salvini ha sponsorizzato un blocco degli adeguamenti degli assegni invece della decurtazione. Ma sarebbe “suicida” non tagliare, replica Di Maio, appellandosi alla mediazione del premier. E Conte, nell’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati, ha difeso la misura “di equità”, ma senza indicare in concreto come si intende procedere. I sottosegretari continuano a trattare e mediare sulle misure. Ma solo i leader di M5s e Lega possono dare l’avallo politico.

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