È il primo passo di un viaggio che ci potrà dire non solo come e perché si è formato Marte ma anche come si sono formati i pianeti in generale. Dopo sette anni di lavoro, quasi sette mesi di viaggio nello Spazio gli scienziati vivranno sette minuti d’angoscia: la sonda americana InSight toccherà la superficie del pianeta Marte, al termine di una discesa ad alto rischio. E gli ingegneri della Nasa che seguono l’operazione dalla Terra non possono fare altro che incrociare le dita: tutto è stato programmato, dall’ingresso nell’atmosfera di Marte alle tempeste di sabbia, fino al contatto dei piedi della sonda con la roccia.

Ma il segnale liberatorio che indicherà che l’InSight è arrivata sana e salva impiegherà sette minuti per giungere al centro di controllo della missione, che si trova al Jet Propulsion Laboratory (JPL) a Pasadena, in California. “Con Marte, niente è mai scontato. Marte è difficile”, spiegava domenica il capo della direzione scientifica della Nasa, Thomas Zurbuchen. È la Nasa che ha approvato questa missione di circa un miliardo di dollari, che dovrà studiare il pianeta rosso. È la prima volta dal 2012 che una sonda prova ad arrivare su Marte, dopo il rover Curiosity che tante soddisfazioni è riuscito a dare in questi anni, il solo ancora attivo su questo pianeta. Solo gli Stati Uniti sono riusciti a farvi arrivare dei robot.

ussia ed Europa non ce l’hanno fatta: l’ultima sonda a essersi schiantata è la Schiaparelli dell’Esa, nel 2016. InSight dovrà avvicinarsi all’atmosfera di Marte alle 11.47 ora della California (le 20.47 in Italia), in modo molto obliquo per evitare di andare in frantumi. Il solo sfregamento con l’atmosfera farà salire la temperatura rapidamente a 1.500°C, ma la sonda non avrà nulla da temere, al riparo in uno scudo termico rinforzato. La sonda si sposterà allora a circa 20mila chilometri orari, cioè quattro volte più veloce di un proiettile di fucile, e dovrà mirare a un rettangolo di 10 chilometri su 24 chilometri. In relazione al suo punto di partenza sulla Terra, a 480 milioni di chilometri di distanza, “è come centrare un obiettivo a 130mila chilometri di distanza”, sottolinea la Nasa.

Quattro minuti e un centinaio di chilometri più avanti, un paracadute si aprirà automaticamente, frenando brutalmente in discesa. Poi, una volta lasciato cadere lo scudo termico, il carrello aprirà le sue tre gambe e il paracadute si staccherà. Alle 20.54, cioè circa sette minuti dopo il suo primo contatto con l’atmosfera, InSight dovrebbe alla fine atterrare su Marte. In questo lasso di tempo, che viene indicato da alcuni come “i sette minuti di terrore”, niente e nessuno potrà aiutare InSight a correggere la traiettoria o a rimediare a un eventuale fallimento. Si rischia di dovere attendere fino alle 21.01 per il primo segnale inviato dalla sonda. A quel punto il capo del progetto InSight per la Nasa, Tom Hoffman, e i suoi colleghi, potranno essere sicuri che la sonda è intatta e ben fissata suoi suoi tre piedi. La sonda dispiegherà allora lentamente i suoi pannelli solari che alimenteranno gli strumenti. Ad attendere InSight, un programma di lavoro molto fitto. Dovrà ascoltare e scrutare l’interno di Marte per provare a svelare i misteri della sua formazione, risalente a miliardi di anni fa. Conoscenze che permetteranno in un secondo tempo di comprendere meglio la formazione della Terra, il solo pianeta roccioso di cui finora si sia realmente studiata la parte interna. InSight è equipaggiata con un sismometro di realizzazione francese, SEIS, che verrà posto direttamente sul terreno di Marte e ascolterà le sue vibrazioni: onde di shock dei meteoriti, terremoti, rottura di strati rocciosi, forse anche movimenti di magma profondo. Altro strumento importante a bordo, tedesco, è l’HP3, che somiglia a una talpa legata con un laccio al carrello: scaverà da 3 a 5 metri di profondità sotto la superficie di Marte per rilevare la temperatura.

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