Il robot sale in cattedra per insegnare la programmazione ai ragazzi. Il maestro si chiama Sphero SPRK+, non è una persona in carne e ossa, ma un robot con un guscio in policarbonato trasparente, un materiale tanto leggero quando resistente a urti e cadute accidentali. È impermeabile (potete fargli fare un tuffo in piscina!), resiste ai raggi ultravioletti e integra luci LED che lo aiutano a “farsi capire”. Al contrario dei maestri tradizionali, non è lui a “comandare” la classe ma viceversa. Gli studenti lo devono programmare e lo devono controllare tramite una connessione Bluetooth che funziona fino a una distanza di 30 metri circa.

Cosa fa Sphero: può spostarsi a velocità fino a 2 m/s, può percorrere labirinti, cambiare colore, direzione e velocità, emettere suoni differenti e molto altro. La sua funzione principale non è intrattenere, è insegnare. L’app Sphero Edu che è fornita con il robot consiste in una piattaforma ricca di percorsi didattici, lezioni e giochi attraverso i quali i ragazzi imparano a programmare.

 

Sphero SPRK+ è pensato come strumento per favorire l’apprendimento delle materie STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics). Gli studenti avranno a disposizione tre livelli di programmazione per muovere la sfera. Si parte con il disegno di percorsi che rappresentano codici (livello principiante), per passare poi all’interfaccia di programmazione basata su blocchi (livello intermedio), e infine alla programmazione basata su JavaScript (livello avanzato).

Il primo vantaggio di questa soluzione è che gli studenti potranno prendere dimestichezza con la robotica fin dall’inizio del percorso di studio. Passo passo, impareranno a programmare il robot, con la possibilità di vedere in tempo reale i risultati del loro lavoro, nelle azioni compiute da Sphero. Si potrà scatenare la competitività dei ragazzi accendendo delle sfide, e i risultati si potranno anche condividere con la comunità online di Sphero.

Oltre tutto, ricaricare il robot è semplicissimo ed è un’operazione accessibile anche ai più piccoli, perché non bisogna maneggiare cavi elettrici. Basta appoggiare la sfera sulla base di ricarica. Quest’ultima avviene tramite induzione elettromagnetica. In sostanza, la base (che è collegata alla presa elettrica) invia energia elettrica alla batteria della sfera senza bisogno che caricabatterie e batteria siano fisicamente in contatto. Per la cronaca, tutti gli spazzolini elettrici usano la carica a induzione, e anche molti smartphone la supportano.

Questo prodotto completa l’ampia offerta di RS Components a supporto della formazione. Gli istituti scolastici possono acquistare gli “education pack” contenenti 12 robot, da usare in parallelo in più classi.

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