A ottobre i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento sono saliti “risentendo dell’aumento dello spread nei rendimenti dei titoli sovrani”. Lo scrive l’Abi nel suo bollettino mensile. Il tasso medio sui nuovi mutui, scrive l’Associazione bancaria, è risultato pari a 1,87% contro l’1,8% di settembre 2018, comunque in forte calo dal 5,72% di fine 2007. Quello sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,6% dall’1,45% del mese precedente. Nel 2007 era al 5,48%. I tassi, spiega il vice dg Gianfranco Torriero, “restano così su livelli molto bassi” e la “variazione è contenuta” ma si tratta di un segnale di inversione di tendenza. “Nei prossimi mesi monitoreremo i dati per vedere se il fenomeno dovesse proseguire”.

Nessun impatto comunque sul volume complessivo dei prestiti a famiglie e imprese che sono in crescita su base annua di +1,9%. Il tasso di variazione annuo risulta positivo da oltre 2 anni.

Sostanzialmente stabile il tasso medio sul totale dei prestiti, che è rimasto pari al 2,57%, dato uguale a quello del mese precedente e molto lontano dal 6,18% prima della crisi, a fine 2007. Quanto ai mutui, sul totale delle nuove erogazioni i tre quarti sono a tasso fisso. Nell’ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata pari al 75,9% (75,5% il mese precedente).

Anche il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni “è risultato in sensibile aumento nel corso degli ultimi mesi”, afferma l’Abi nel rapporto mensile, secondo cui a settembre 2018 si registra “un valore pari a 1,71% rispetto al valore minimo di 0,56% registrato a maggio 2018”. Si tratta di rilevazioni su cifre non molto rilevanti, spiega il vice direttore generale Gianfranco Torriero, ma “che danno il segnale di un cambiamento di rotta del mercato”.

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