Cancellare la possibilità di accedere al giudizio abbreviato per chi è accusato di reati puniti con l’ergastolo. È la proposta approvata dalla Camera dei deputati. I voti favorevoli sono stati 280 (M5s e Lega), quelli contrari 9 (Leu), astenuti 199 (Pd, Forza Italia, Fdi, Maie). Il testo passa ora al Senato. Nel pomeriggio Montecitorio aveva respinto la questione pregiudiziale di costituzionalità posta dai deputati di Leu Federico Conte e Federico Fornaro. Sono stati 274 i voti contrari, 10 quelli favorevoli, 203 gli astenuti.

Fortemente voluta dalla Lega, che l’ha fatta inserire nel contratto di governo, la proposta di legge era stata depositata in commissione giustizia a firma del sottosegretario del Carroccio, Nicola Molteni . La commissione l’aveva abbinata a un altro testo, della deputata Pd Alessia Morani, il cui testo riproduceva il contenuto di un provvedimento approvato dalla Camera dei deputati nella scorsa legislatura: l’iter, però, si era interrotto al Senato. In pratica, dunque, la riforma dell’abbrevviato incassa anche il sostegno dei deputati del Pd.

Contrari, invece, quelli di Liberi e Uguali. “Il rito abbreviato è un diritto dell’imputato e un vantaggio per il sistema. Si risparmiano tempi e risorse, si accelera la durata del processo, si evita la decorrenza dei termini. Esistono grossi dubbi di costituzionalità: viene violato l’articolo 3 della Carta costituzionale, che tutela il principio di uguaglianza e impedisce di discriminare tra imputati”, dice il deputato Federico Conte.

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