L’ultima novità, comparsa durante la limatura del testo prima dell’invio al Quirinale, è il bonus per chi assume giovani laureati con il massimo dei voti o under 34 che abbiano all’attivo un dottorato di ricerca. Arriva poi la proroga dello sgravio per le assunzioni al Sud introdotto dal governo Gentiloni e viene allargata la platea che potrà richiedere finanziamenti agevolati per avviare un’impresa sempre nel Mezzogiorno. Sul fronte fiscale l’intervento più pesante è senza dubbio lo stop agli aumenti Iva da 12,4 miliardi previsti per il 2019. Le aziende incassano la mini Ires sugli utili reinvestiti ma perdono l’Aiuto alla crescita economica (Ace) e l’imposta agevolata sul reddito imprenditoriale (Iri) che avrebbe dovuto entrare in vigore l’anno prossimo. Sono una dozzina gli articoli della legge di Bilancio dedicati a incrementare l’occupazione e a spingere la crescita attraverso agevolazioni fiscali. Un piatto meno ricco rispetto agli annunci perché come è noto la flat tax al 15% scatterà inizialmente solo per gli autonomi con redditi fino a 65mila euro e – novità dell’ultima ora – per i ricavi degli insegnanti che danno lezioni private. per questo, come risulta dal Documento programmatico di bilancio, la pressione fiscale resterà invariata al 41,8 per cento.

Incentivi per chi assume al Sud e per chi dà lavoro a una “giovane eccellenza” – Il capitolo lavoro, al netto del reddito di cittadinanza e degli investimenti nei centri per l’impiego, si apre con la proroga dell’incentivo all’occupazione nel Mezzogiorno. Avranno diritto a un esonero contributivo del 100% (il doppio rispetto a quanto previsto la scorsa estate dal decreto Dignità), con un tetto di 8.060 euro all’anno, i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato al Sud under 35 o over 35 disoccupati da almeno sei mesi. Tra le novità inserite negli ultimi giorni c’è il riconoscimento dello stesso incentivo, nel limite di 8mila euro per ogni assunzione, a chi assume con contratto stabile laureati magistrali in corso a patto che siano under 30 e con una votazione di 110 e lode oppure dottori di ricerca con meno di 34 anni. Per aspirare al bonus, battezzato “giovani eccellenze”, occorre aver ottenuto la laurea magistrale o il dottorato tra 1 gennaio 2018 e 30 giugno 2019. Lo stanziamento disponibile è di 50 milioni per il 2019 e 20 per il 2020, che corrisponderanno secondo la relazione tecnica a circa 6mila assunzioni se ognuna godrà del beneficio massimo. Un altro articolo incrementa di 50 milioni il finanziamento dei percorsi formativi duali, cioè l’apprendistato che di conseguire una qualifica o un diploma professionale lavorando.
Viene poi modificata la misura Resto al Sud pensata inizialmente per i giovani imprenditori nel Mezzogiorno: potranno usufruire delle agevolazioni, nella forma di contributi a fondo perduto o finanziamenti bancari agevolati, gli imprenditori fino a 45 anni (il tetto precedente era fissato a 35), compresi i liberi professionisti.

Flat tax a tappe: dal 2020 anche per i redditi fino a 100mila euro – Il regime forfettario dei minimi, che già oggi prevede un’aliquota agevolata al 15% per i liberi professionisti con ricavi fino a 30mila euro, viene esteso nel 2019 a redditi fino a 65mila euro. All’imposta ridotta saranno assoggettati anche i compensi da lezioni private e ripetizioni, comparto che secondo la relazione tecnica vale 1 miliardo di euro e in cui oggi è imperante il “nero”. Dal 2020 avranno poi diritto alla flat tax anche coloro che nell’esercizio precedente hanno guadagnato tra 65mila e 100mila euro.

Mini Ires su nuove assunzioni e investimenti – Le imprese che investono in nuovi impianti o in beni strumentali e quelle che assumono nuovo personale pagheranno un’Ires ridotta. L’aliquota scenderà infatti dal 24 al 15% sugli utili che vengono reinvestiti destinandoli all’incremento degli investimenti (ad esclusione di immobili e veicoli non strumentali) o dell’occupazione. Le assunzioni potranno essere stabili o a termine ma dovranno essere incrementali rispetto al personale dipendente conteggiato al 30 settembre 2018 “al netto delle diminuzioni occupazionali verificatosi in società controllate o collegate” e i nuovi assunti dovranno essere destinati “per la maggior parte del periodo d’imposta” a strutture produttive localizzate in Italia. Per le nuove imprese che hanno “assunto la qualifica di datore di lavoro a decorrere dal 1 ottobre 2018”, ogni lavoratore dipendente assunto sarà considerato incremento della base occupazionale. La norma comporterà un minor gettito – e quindi un beneficio per le imprese – di 1,1 miliardi nel 2019, 1,5 nel 2020 e 1,9 nel 2021. In compenso vengono abrogate altre due agevolazioni, l’Imposta sul reddito imprenditoriale (Iri) al 24% che avrebbe dovuto entrare in vigore il prossimo anno e l’Aiuto alla crescita economica, che consentiva di dedurre dal reddito d’impresa una quota del nuovo capitale investito in azienda. Insieme valevano 3,3 miliardi.

Cala il credito di imposta per ricerca e sviluppo – Il superammortamento al 140% della spesa sostenuta per nuovi beni strumentali non viene prorogato. Resta invece l‘iperammortamento introdotto nel 2017 per stimolare gli investimenti in macchinari innovativi funzionali alla trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0, ma la supervalutazione a fini fiscali sarà del 250% solo per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, scenderà al 100% per quelli fino a 10 milioni, sarà tagliata al 50% per quelli tra i 10 e i 20 milioni e si azzererà oltre quella cifra. Viene poi dimezzato, dal 50 al 25%, il credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo. C’è una deroga al taglio solo per le spese per il personale impiegato nella R&S e per i contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca e start-up e pmi innovative. Salta il credito di imposta per la formazione 4.0. Arrivano al contrario più risorse per il sostegno delle piccole e medie imprese con il rinforzo dell’agevolazione “nuova Sabatini” per l’acquisto di macchinari: vengono stanziati 48 milioni nel 2019 e 96 milioni l’anno dal 2020 al 2023.

Più soldi al made in Italy e nasce il fondo per l’intelligenza artificiale – Per il potenziamento del piano straordinario made in Italy vengono previsti 90 milioni in più nel 2019 e altri 50 milioni sono destinati alla realizzazione di un progetto di interesse comune europeo sulla microelettronica. Presso il ministero dello Sviluppo viene poi creato un “Fondo per interventi volti a favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things“, con una dotazione di 15 milioni l’anno e l’obiettivo di “perseguire obiettivi di politica economica ed industriale, connessi anche al programma Industria 4.0, nonché di accrescere la competitività e la produttività del sistema economico”. Per promuovere gli investimenti in capitale di rischio da parte di operatori professionali viene creato anche, sempre al ministero di via Veneto, un fondo per il Venture capital da 15 milioni l’anno.

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