Poco importa se la prima tornata di incentivi alle assunzioni, voluta dal governo Renzi, è costata alle casse dello Stato circa 18 miliardi e ha mancato l’obiettivo di rendere i contratti a tempo indeterminato la tipologia di rapporti di lavoro più diffusa. La legge di Bilancio per il 2018 non cambia verso e mette in campo nuovi sgravi per le imprese che assumono. Stavolta però la coperta delle risorse è cortissima, per cui la decontribuzione triennale, in generale, sarà limitata al 50% e varrà unicamente per gli under 30. Nel solo 2018 saranno agevolate anche le assunzioni di chi ha tra i 29 e i 35 anni non ancora compiuti. Nulla per la fascia 35-49 anni, in cui si conta quasi 1 milione di disoccupati su 2,9 milioni totali. L’incentivo sale al 100% se si stabilizza un ex apprendista o uno studente che ha trascorso un periodo di alternanza scuola-lavoro in quell’azienda. Discorso a parte per il Sud, dove resta in vigore la decontribuzione totale (sgravio del 100%) per i giovani neo assunti che viene però estesa agli under 35. L’altra novità è la clausola che “punisce” chi licenzia dopo aver assunto con il beneficio. L’esborso per le casse pubbliche sarà ridotto nel 2018, ma è destinato a lievitare fino a 2,7 miliardi l’anno dal 2021.

Esonero contributivo del 50% per 36 mesi – L’articolo 16 della manovra, intitolato “Incentivo strutturale all’occupazione giovanile stabile”, prevede l’esonero per 36 mesi dal versamento del 50 per cento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione di quelli dovuti all’Inail, per i privati che assumono con il contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act lavoratori che non abbiano ancora compiuto 30 anni. Nel solo 2018 il limite di età sale a 35 anni. C’è però un tetto: lo sgravio non potrà superare il valore di 3mila euro annui, che dovrebbe garantire il taglio del 50% dei contributi alla maggioranza dei nuovi contratti. I nuovi assunti non possono aver avuto in precedenza altri rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Sono esclusi dal beneficio i lavoratori domestici.

Sgravi del 100% se si stabilizza un ex apprendista o studente che ha fatto l’alternanza – L’incentivo sale al 100% nei casi in cui viene stabilizzato un ragazzo con contratto di apprendistato e per i datori di lavoro che assumono, entro sei mesi dal conseguimento del titolo di studio, studenti che abbiano svolto con loro percorsi di alternanza scuola-lavoro o di apprendistato per il conseguimento di titolo di studio. Il tutto vale solo per i datori di lavoro che nei sei mesi precedenti non hanno effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi. L’esonero verrà poi revocato se il neoassunto o un altro dipendente inquadrato con la stessa qualifica vengono licenziati nei sei mesi successivi.

Il Tesoro prevede 462.800 nuove assunzioni – Secondo la relazione tecnica, l’incentivo dovrebbe portare a 380mila nuove assunzioni nel 2018, “con un esonero contributivo medio di 2.430 euro calcolato considerando che circa il 69% delle assunzioni del 2016 risultano inferiori al limite massimo di 3.250 euro su base annua”. Sono poi previste 300mila assunzioni l’anno nel 2019 e 2020. In più, stima la Ragioneria dello Stato, nel 2018 verranno assunti grazie all’esonero 1.900 operai agricoli (1.200 l’anno dal 2019), 62mila apprendisti e 18.900 studenti che hanno fatto un periodo di alternanza scuola-lavoro. In totale si parla dunque di 462.800 nuovi assunti con sgravio nel 2018, destinati a diventare 844.900 nel 2019 e 1,2 milioni nel 2020. I costi? Nel 2018 si fermeranno a 359 milioni ma sono poi previsti in salita a 1,25 miliardi nel 2019, quando a Palazzo Chigi ci sarà un nuovo inquilino. Poi sarà un crescendo: 2,2 miliardi nel 2020, 2,7 nel 2022 e altrettanto per ognuno degli anni successivi.

Prorogato il bonus Sud. E viene allargato agli under 35 – L’articolo 74 prevede poi la proroga delle agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno, per le quali gli sgravi restano del 100% con un tetto di 8.060 euro l’anno. Lo scorso anno il beneficio valeva però solo per gli under 30, mentre nel 2018 sarà allargato agli under 35 residenti in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. L’incentivo vale anche per i lavoratori over 35 se disoccupati da almeno 6 mesi. Le coperture sono a carico dei programmi nazionali cofinanziati dal Fondo sociale europeo.

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