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Salvatore Mannino, l’imprenditore ‘smemorato’ di Lajatico confessa la farsa: “Mi sentivo schiacciato da mia suocera”

Lo scorso 25 ottobre la procura di Pisa aveva aperto un fascicolo d'indagine, sospettando che l'uomo fingesse. Il 52enne era scomparso lo scorso 19 settembre dal paesino e ritrovato un mese dopo a Edimburgo, privo di memoria
Salvatore Mannino, l’imprenditore ‘smemorato’ di Lajatico confessa la farsa: “Mi sentivo schiacciato da mia suocera”
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Salvatore Mannino, l’imprenditore scomparso lo scorso settembre a Lajatico, in provincia di Pisa, ritrovato dopo un mese privo di memoria in un ospedale di Edimburgo, ha ritrovato la memoria. O meglio, secondo quanto riportato oggi da Repubblica, non l’avrebbe mai persa. L’uomo infatti ha confessato di aver architettato una messinscena. Il dubbio che il 52enne si stesse inventando tutto era già venuto sia ai suoi familiari sia alla procura, che pochi giorni fa aveva aperto un fascicolo d’indagine. “Mi sentivo schiacciato da mia suocera”, ha ammesso lo ‘smemorato’ che si è confidato con i medici del reparto di psichiatria di Pisa dai quali era tenuto sotto osservazione.

L’uomo avrebbe motivato la farsa, spiegando di voler riaffermare il suo ruolo in casa, ‘perso’ proprio a causa della madre della moglie. Mannino, infatti, non intendeva scappare, ma dimostrare di essere fondamentale, e per farlo è riuscito a fingere di essersi scordato tutto, dalla lingua italiana al suo passato, per quasi un mese e mezzo. Già ieri, secondo la Nazione, Mannino aveva cominciato a ricordare qualcosa, ma solo avvenimenti del passato, risalenti a metà degli anni 2000, e non quanto successo negli ultimi mesi.

L’uomo aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso 19 settembre, lasciando un biglietto cifrato al figlio, nel quale chiedeva scusa, e 10mila euro in contanti. Solo il 20 ottobre, era stato ritrovato in Scozia, ricoverato da circa un mese in un ospedale della capitale, dopo essere stato ritrovato privo di sensi in una chiesa. Da allora e fino a oggi, l’imprenditore ha sempre sostenuto di non saper parlare italiano e di non ricordare chi fosse, esprimendosi in un inglese elementare.

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