Il 25 ottobre 1993, ormai un quarto di secolo fa, moriva a Los Angeles Vincent Price, il consacrato erede di Boris Karloff e Bela Lugosi, eterno contraltare di Cristopher Lee (nato, come lui, il 27 maggio, ma di undici anni dopo) e di Peter Cushing (nato solo un giorno prima, il 26 maggio, ma del 1913). I tre erano buoni amici, ma comparvero insieme solo in due film: Terrore e terrore (1970) e La casa delle ombre lunghe (1983). Già durante le riprese di Edward mani di forbice (1990), di Tim Burton, i mali di Price – l’enfisema e il Parkinson – avevano creato problemi sul set (girò solo due scene) e l’attore dovette rinunciare anche a proseguire nella serie tv Mistery!.

Quando morì, per un tumore polmonare, le sue ceneri vennero sparse in mare insieme con il suo inseparabile cappello da giardinaggio, uno dei suoi tanti, tantissimi interessi. Eh sì, perché Price non era solo un grande attore, era anche un raffinato intellettuale, nato nel Missouri, nel profondo sud, dove aveva studiato storia dell’arte alla St. Louis Country Day School. Si era poi specializzato a Londra dove aveva vissuto le prime esperienze teatrali (a 23 era il principe Alberto al Gate Theatre). Tornato negli Usa, dopo alcune apparizioni a Broadway era entrato nell’universo cinematografico. Non in un horror, però, in una commedia, Servizio di lusso (1938) di Rowland V. Lee, lo stesso regista che, l’anno successivo, girerà Il figlio di Frankenstein, con Boris Karloff nella sua ultima apparizione nel ruolo del mostro.

Muovendosi fra teatro e cinema, Price si calò in personaggi storici, re e cardinali compresi. Ma è il 1952 il suo annus mirabilis: come in una sorta di presagio, Vincent si unì alla compagnia nazionale itinerante di Don Juan in Hell, interpretando il diavolo. Alternò sempre i suoi impegni teatrali e cinematografici con le sue altre passioni: la cucina e la storia dell’arte e, su quei temi, tenendo numerose conferenze. È stato persino, fra gli altri incarichi, membro del comitato delle Belle Arti per la Casa Bianca. L’horror, in effetti, era entrato nella sua vita nel 1946, con Il castello di Dragonwyck  di Joseph L. Mankiewicz: la sua interpretazione venne elogiata persino dalla temutissima Louella Parsons. Ne La maschera di cera (1953) di André De Toth interpretò poi uno scultore maniaco, Henry Jarrod, e le orribili cicatrici realizzate dal truccatore sul suo viso richiesero ben tre ore per l’applicazione e altre tre per cancellarle. E poi tutta una serie di film a basso budget che oggi sono di culto: Il mostro delle nebbie (1954), L’esperimento del dottor K. (1958) (1 e 2) e, nel 1959, La casa dei fantasmi, Il mostro di sangue, Il mostro che uccide.

Ma ciò per cui i più ricordano Price è il suo sodalizio con il regista Roger Corman. Tutto ebbe inizio quando all’attore fu recapitata una sceneggiatura de La caduta della casa di Usher, prima della serie legata a Edgar Allen Poe. Corman voleva fortemente Price per il ruolo di Roderick Usher. Seguirono altri sei film tratti da Poe, e di grande successo, densi di scene memorabili come quella con Barbara Steele nella cripta del cormariano Il pozzo e il pendolo (1961) oppure, con Peter Lorre in (sempre per la regia di Corman) I racconti del terrore (1962). E ancora I maghi del terrore e Il clan del terrore (entrambi del 1963), ancora in coppia con Lorre. È protagonista di 20.000 leghe sotto la Terra (1965) di Jaques Tourner, ispirato alle rime di Poe, e de Il grande inquisitore (1968) dove interpreta ferocemente lo storico cacciatore di streghe del 17esimo secolo Mattew Hopkins. Sconfinando persino in Batman, serie tv. Come cattivo, ovviamente.

I suoi anni 70 si aprono con L’abominevole Dr. Phibes (1971) di cui Price disse, per prendere in giro il coevo Love Story: «l’amore significa non dover mai dire che sei brutto». Con gli anni 70 si conclude la sua stagione d’oro dell’horror. La rivista People lo definì “il Gable of Gothic”.

Si sposò tre volte, con tre attrici (Carol Browne, Mary Grant ed Edith Barrett) e da tutte e tre divorziò. Secondo Price, quando lui e Peter Lorre andarono a vedere il corpo di Bela Lugosi ai funerali del grande attore, Lorre, dopo aver visto Lugosi vestito con il suo famoso mantello di Dracula, disse scherzando: “Pensi che dovremmo piantare un paletto nel suo cuore per ogni evenienza?”. Una volta Vincent ha raccontato la storia di una donna di mezza età che si è avvicinata a lui in aereo. Era molto eccitata e disse: “Potrei avere il suo autografo? Non posso dirle quanto mi siano piaciuti i suoi film, signor Karloff”. Da gran gentiluomo, Price scrisse alla donna l’autografo: Karloff era morto da 15 anni!

Già anziano, confessò che uno dei suoi ruoli preferiti fu la voce del professor Ratigan nel film Disney L’investigatopo (1986). Chi l’avrebbe mai detto?

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