Lo scenario è quello di una devastazione profonda. Fatta di case divelte, auto sommerse dal fango, palazzine spazzate via dall’impeto dell’acqua. Ma quello che è drammatico è il numero delle vittime, destinato a salire nelle prossime ore. Sono almeno 832 i morti finora accertati in Indonesia, dove l’isola di Sulawesi è stata distrutta da un violento terremoto di magnitudo 7,5 seguito da un violento tsunami. I morti, però, potrebbero essere migliaia. Centinaia ancora i dispersi, mentre a due giorni dal sisma sono ancora tra le 100 e le 200 le persone intrappolate tra le macerie di un complesso residenziale a Palu. È proprio  questa città da 350mila abitanti quella che è stata colpita più duramente: tante delle vittime sono state travolte dall’onda anomala di due-tre metri mentre stavano partecipando a una festa sulla spiaggia. E da allora non sono ancora state ritrovate.

Sempre a Palu centinaia di detenuti sono scappati da una prigione, dopo le forti scosse che hanno provocato il crollo della struttura. Nel carcere c’erano oltre 560 persone, e almeno la metà sono scappate. Difficili le operazioni di salvataggio: i soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere ampie aree costiere più a nord fino alla città di Donggala, a 27 chilometri dall’epicentro. Immagini televisive dall’alto mostrano anche in quella zona devastazioni massicce e terreni allagati.

Ue: “Un milione e mezzo di aiuti umanitari” – A seguito dell’alto numero di vittime e di danni provocati, ha annunciato il commissario Ue per gli aiuti umanitari Christos Stylianides, la Commissione europea ha stanziato una somma iniziale di 1,5 milioni di euro per aiuti umanitari d’emergenza. “Stiamo agendo d’urgenza per inviare aiuti a chi è stato più colpito in Indonesia – ha detto – i nostri pensieri vanno alle vittime ed alle squadre di soccorso che stanno lavorando senza sosta per salvare vite”. Inoltre la commissione sta inviando nell’area un esperto di aiuti umanitari per aiutare il coordinamento delle operazioni della Ue.

Le storie: il controllore morto per salvare un aereo – Intanto è corsa contro il tempo sull’isola di Sulawesi per salvare una ragazza di 15 anni sepolta sotto le macerie della propria casa a Palu. La giovane, Nurul Istikharah, è intrappolata accanto al cadavere della madre e della nipote, impossibilitata a muovere le gambe. I soccorritori hanno dovuto lavorare duramente per controllare la perdita di acqua da una tubatura temendo che la giovane potesse annegare. Nurul è rimasta senza coscienza durante i diversi tentativi di salvarla, ma i soccorritori hanno continuato a parlarle per tenerla sveglia e qualcuno è riuscito a farle arrivare acqua e viveri. Il sisma e il conseguente tsunami hanno provocato finora 830 morti, ma il bilancio è destinato a salire. Tra le storie riportate dai media indonesiani anche quella di Anthonius Gunawan Agung, un giovane controllore di volo di 21 anni che è rimasto nella torre di controllo dell’aeroporto di Palu durante il sisma finché non è decollato un jet della Batik Air a cui stava impartendo istruzioni. Mentre la struttura crollava, scrive il Jakarta Post, il ragazzo è poi saltato dal quarto piano, morendo stamattina in ospedale per le ferite riportate. L’aereo era partito in tempo, scampando al disastro.

Le immagini del disastro mostrano cadaveri stesi a terra vicino alla costa, molti parzialmente coperti. Gli ospedali faticano ad accogliere tutti i feriti, molti vengono soccorsi all’aria aperta. E molti sopravvissuti aiutano a raccogliere i resti di chi è morto. Lo tsunami ha seguito un forte terremoto, che ha fatto crollare edifici e spinto gli abitanti alla fuga in luoghi sopraelevati. Dopo che un allarme tsunami è stato emesso e poi revocato, un muro d’acqua si è schiantato sulla città, dove ci sono state diffuse interruzioni dell’energia elettrica.

Drammatiche riprese dal tetto di un parcheggio sopraelevato a Palu, a circa 80 chilometri dall’epicentro del sisma, hanno mostrato edifici che crollavano sotto l’impatto delle onde, che entravano poi in una grande moschea. La scossa di magnitudo 7.7 è stata più potente di quelle che hanno colpito ad agosto le isole indonesiane di Lombok a luglio e agosto, uccidendo centinaia di persone.

Il presidente Joko Widodo ha annunciato la mobilitazione dell’esercito nella regione colpita, per contribuire a soccorrere le vittime e recuperare i cadaveri. Si hanno pochissime notizie sulla situazione a Donggala, a nord di Palu, dove almeno una persona è morta: “Non abbiamo notizie da lì, è estremamente preoccupante. Vi vivono oltre 300mila persone, questa è già una tragedia, ma potrebbe peggiorare molto”. Mentre le strade sono danneggiate, l’aeroporto principale di Palu è stato chiuso e secondo le previsioni non riaprirà prima di 24 ore, complicando gli aiuti.

La scossa iniziale si è verificata quando stavano per iniziare le preghiere della sera, nel più grande Paese a maggioranza musulmana del mondo, nel giorno della settimana in cui le moschee sono solitamente più piene. L’Indonesia si trova sulla ‘Cintura di fuoco’, zona dove terremoti ed eruzioni vulcaniche sono particolarmente frequenti. Nel dicembre del 2004 un devastante terremoto e maremoto colpirono la costa di Sumatra, e lo tsunami uccise 220mila persone di cui 168mila in Indonesia.

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