Shazam!” e lo smartphone come di incanto è in grado di riconoscere qualsiasi traccia musicale fornendo nome dell’artista, album, testo e collegamento diretto alle piattaforme streaming musicali. È solo una app per cellulari basati su sistema operativo iOS (iPhone) o Android, ma Apple ha acquistato per ben 400 milioni di dollari (340 milioni di euro) l’azienda che l’ha sviluppata.

L’operazione finanziaria si è concretizzata nel dicembre 2017 ma solo recentemente l’Antitrust europea ha dato l’ok. Perché dietro a quella che sembra una delle tante applicazioni musicali si nasconde un potenziale enorme.

Nomen omen, perché “Shazam” è l’acronimo di Salomone (per la saggezza), Hercules (forza), Atlas (resistenza), Zeus (potenza), Achille (coraggio) e Mercurio (velocità). Un supereroe dei fumetti degli anni ’40, che ha fatto dei poteri magici il suo tratto distintivo. Un po’ come l’app omonima che una volta avviata grazie al microfono e a un database monumentale ha bisogno di pochi secondi per riconoscere musica e qualsiasi contenuto audio – comprese le pubblicità.

Ed è proprio in questo potere che Apple ha visto il futuro. La strada non è stata ancora svelata, anche se in verità il colosso statunitense ha già anticipato che a breve scompariranno le campagne pubblicitarie. Shazam sta in piedi economicamente grazie a banner e gli accessi diretti a Spotify (per l’ascolto) e iTunes (per l’acquisto).

Gli addetti ai lavori comunque hanno già intuito quali potrebbero gli effetti di questa acquisizione. Prima di tutto bisogna considerare la sua diffusione: “è stata scaricata più di 1 miliardo di volte in tutto il mondo, e viene usata per identificare canzoni oltre 20 milioni di volte al giorno”, come ricorda la stessa Apple. Ciò vuol dire che si possono conoscere potenzialmente i gusti di milioni di utenti nel mondo e profilare di conseguenza l’offerta su Apple Music, la piattaforma streaming proprietaria.

In secondo luogo la tecnologia stessa oggi riconosce la canzoni ma domani potrebbe essere ulteriormente potenziata sul fronte pubblicitario. Vi sono già spot televisivi con il marchio Shazam in bella vista. Attivando l’app e facendole riconoscere l’audio un giorno potrebbero attivarsi notifiche di offerte o promozioni correlate. Il tutto ovviamente tracciato a dovere.

E infine c’è quella montagna di metadati che Shazam ha impiegato per profilare ogni traccia audio. Milioni di canzoni categorizzate in ogni modo che se abbinate al già potente sistema di analisi di Apple Music potrebbe prevedere con precisione l’interesse dell’utente verso una traccia invece che un’altra. Il tutto per fare la felicità non solo di Apple, ma anche dei produttori musicali e delle etichette discografiche.

L’industria musicale saprebbe prevedere in anticipo i successi. Oggi questo già avviene, ma la strategia avrebbe basi ancora più scientifiche.

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