Il 13 settembre si celebra la Giornata internazionale del lascito solidale che rappresenta un fenomeno in espansione in Italia. Gli italiani che hanno già fatto un testamento solidale sono in crescita, 1,3 milioni di over 50 nel 2017, il 5% degli italiani ultracinquantenni (nel 2012 erano il 2%) e aumenta sensibilmente, circa 500mila in più rispetto al 2016, anche la platea di coloro che sono propensi a farlo (fonte: Indagine sinottica “Osservatorio su donazioni e lasciti” di GfK Italia che dal Duemila monitora il fenomeno delle donazioni private nel nostro Paese). Questi, in particolare, hanno deciso di sostenere a livello economico organizzazioni che si occupano di ricerca medico-scientifica, di aiuto ai poveri, oltre a quelle impegnate in scenari di crisi umanitarie e guerre. “Il 13 settembre è una Giornata nata per promuovere iniziative di sensibilizzazione per l’opinione pubblica sull’importanza di inserire un lascito solidale nelle ultime volontà”, dice a Ilfattoquotidiano.it Rossano Bartoli portavoce del Comitato Testamento Solidale, che promuove la Giornata, e segretario generale della Lega del Filo d’Oro, una delle 21 associazioni aderenti al Comitato, di cui 6 sono quelle fondatrici: ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro e Save the Children. Dal 2012 il Comitato ha finanziato progetti per oltre 10 milioni di persone nel mondo. “Ad istituire la Giornata sono stati i nostri colleghi all’estero – aggiunge Bartoli – soprattutto quelli dell’area anglosassone perché nella loro cultura parlare di testamento non è mai stato un tabù. Inserire un lascito solidale è un gesto altruista che non toglie nulla ai propri cari, ma può fare tanto a chi ne ha più bisogno”. Ad aumentare, inoltre, non è solo il numero degli italiani che scelgono di donare nelle ultime volontà, ma cresce anche la conoscenza dei lasciti testamentari: oggi il 57% degli over 50 (14,5 milioni) dichiara di sapere che cosa siano, rispetto al 52% del 2016, un incremento corrispondente a 1,3 milioni di persone in più (GfK Italia).

European Research Network on Philanthropy: “L’Italia è uno dei paesi più generosi d’Europa” – L’evento di quest’anno, intitolato “Lascito, quindi sono”, ha come obiettivo quello di portare avanti una riflessione allargata su quanto chi sceglie di fare un testamento solidale agisca con la stessa attitudine di un filantropo, pur non possedendo ingenti ricchezze. Il portavoce del Comitato spiega al Fatto.it che “il lascito solidale raccoglie in sé tutte le caratteristiche fondanti della filantropia moderna, nella volontà di prendersi cura dell’altro attraverso un’alta dose di professionalità e di competenze specifiche come la capacità di analisi e di programmazione e individuare i partner pubblici e privati, nazionali e internazionali, più adatti a raggiungere lo scopo prefissato. Il lascito – dice il segretario generale della Lega del Filo d’Oro – dà la possibilità di contribuire in maniera significativa al raggiungimento di un bene comune anche a chi si trova in una condizione economica, sociale, culturale e professionale non privilegiata”. In termini di cause sostenute, la ricerca medico-scientifica rimane saldamente al primo posto (43%), seguita dalle emergenze umanitarie e guerre (25%), aiuto a persone povere in Italia (21%), assistenza ai malati (16%) e aiuti per la fame e i Paesi poveri (11%). “Malgrado la crisi, l’Italia rimane uno dei Paesi più generosi d’Europa”.A sostenerlo è lo studio “Giving in Europe” realizzato dall’European Research Network on Philanthropy (ERNOP) – un’associazione di ricercatori specializzati nello studio della filantropia – che stima in 87,5 miliardi di euro il denaro che i benefattori del Vecchio continente donano in un anno. Per oltre la metà, rispettivamente con 25,3 e 23,8 miliardi, contribuiscono i cittadini del Regno Unito e della Germania. Ma al terzo posto c’è l’Italia, con 9,1 miliardi all’anno, seguiti da francesi (8,4), olandesi (4,4) e svizzeri (4,2). Secondo i dati diffusi dalla Fondazione Lang, dei 9,1 miliardi di donazioni versati annualmente dagli italiani a realtà o progetti solidali, 4,6 miliardi provengono da elargizioni di privati, 1,5 miliardi da Fondazioni, il resto da lasciti testamentari, erogazioni da parte di imprese e altre modalità.

Cosa c’è da sapere sul lascito solidale? – In qualsiasi forma sia redatto (olografo, pubblico, segreto), un testamento di questo tipo può essere revocato in ogni momento scrivendo la formula “Revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria”. Prima di esporre le proprie nuove volontà, chi voglia inserire all’interno del proprio testamento un lascito, affinché questo sia valido, deve indicare chiaramente l’organizzazione beneficiaria, alla quale possono essere destinati: denaro, titoli, opere d’arte, gioielli, oltre che terreni, case e polizze vita. “Contrariamente a quanto accade in molti Paesi stranieri – spiega al Fatto.it il portavoce del Comitato Testamento Solidale – in base all’ordinamento italiano chi fa testamento può disporre liberamente solo di una parte dei propri beni, quella non rientrante nella quota riservata per legge agli eredi (la cosiddetta quota legittima) – coniuge, discendenti legittimi, ascendenti legittimi – e stabilita a seconda della composizione del nucleo familiare. Una persona – aggiunge Bartoli – può donare tramite testamento una parte del proprio patrimonio (quota disponibile) in favore di cause benefiche. In conclusione, il lascito solidale è un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari. E non occorrono ingenti patrimoni. Per sostenere il lavoro quotidiano di organizzazioni impegnate in importanti cause umanitarie, scientifiche e ambientali, anche un piccolo lascito può fare la differenza”. Per saperne di più: www.testamentosolidale.org.

Articolo Precedente

Eutanasia, Mina Welby consegna a Fico le firme per legge di iniziativa popolare. E il senatore M5s Mantero rideposita suo ddl

next
Articolo Successivo

Verona, coppia gay aggredita per la seconda volta: “Benzina lanciata in faccia”. Svastiche all’ingresso di casa

next