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Tre uomini in barca in Caledonia, il diario di bordo di un difficile attraversamento

Tre uomini in barca in Caledonia, il diario di bordo di un difficile attraversamento
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Nella prima di copertina con vele rosse e scafo verde c’è la protagonista della storia, “Takatani” e sono segnate tutte le sue caratteristiche. Lunghezza in coperta 6,06; superficie velica 22,29 metri; peso a secco 680 kg; dislocamento 1050 kg e un motore elettrico entrobordo Thoosa 6000 da 6KW. Già da questa prima immagine ti vien voglia di salire a bordo di questa splendida vela tutta in compensato di mogano e curata in ogni minimo dettaglio, così come lo è il diario di bordo che ne descrive le avventure: Tre uomini in barca in Caledonia (Ed. Nutrimenti) scritto da Bruno Cianci e corredato dalle belle immagini di Guido Cantini.

La destinazione è abbastanza insolita per noi “mediterranei”, ma per questo ancora più “fascinosa” si tratta di attraversare il Canale di Caledonia, una via d’acqua in parte naturale e in parte artificiale che collega la costa orientale della Scozia a quella orientale. Il progetto è di un ingegnere scozzese Thomas Telford che la portò a termine nel 1822, da allora questo corridoio azzurro costellato da dighe e chiuse viene attraversato da ogni genere di natanti. Si tratta, però, di una navigazione impegnativa, come avverte lo scozzese Iain Oughtred nella prefazione è necessario essere “marinai” perché bisogna essere preparati ai cambi di tempo e di vento che in Scozia sono frequenti e repentini. Nelle Highlands infatti una brezza moderata può trasformarsi in qualcosa di molto insidioso nel giro di minuti e può colpire da una direzione diametralmente opposta rispetto a quella aspettata.

Ogni dettaglio del viaggio deve essere studiato, nulla può essere lasciato al caso, anche l’abbigliamento, va bene munirsi di un bel maglione di lana pesante ed evitare il cotone che se bagnato rimane freddo a contatto con la pelle. Le temperature sono rigide e l’acqua rimane gelida anche durante l’estate, un bagno può essere fatale! L’atmosfera, però, è fantastica, questo diario di bordo la restituisce fedelmente documentandone la natura e i verdissimi paesaggi che molti di noi hanno già conosciuto e apprezzato nei romanzi dello scrittore e navigatore svedese Bjorn Larsson.

Fra gli uomini di barca ci sono l’ambientalista Giacomo De Stefano già noto per un suo viaggio a remi da Londra a Istanbul, il fotografo di nautica Guido Cantini e il giornalista e scrittore Bruno Cianci (tra i suoi libri ricordiamo il documentato “Le navi della Mezzaluna. La marina dell’Impero ottomano 1299-1923) le cui storie si intrecciano con quelle della navigazione del “Takatani”. L’amicizia consolidata da anni viene messa a dura prova dalla condivisione dei ristrettissimi spazi della vela, il tutto condito da un budget limitato e un clima davvero inclemente.

La narrazione di queste vicende si stempera spesso in un piacevole umorismo quasi riprendendo il classico romanzo di Jerome (Tre uomini in barca. Per non parlare del cane) dal quale è ispirato il titolo. Questo diario di bordo ha vinto l’ultima edizione del Premio letterario dedicato a Carlo Marincovich.

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