La proposta di legge regionale sui vaccini del M5s Regione Lazio (primi firmatari Davide Barillari e Roberta Lombardi) è no-Vax e non free-Vax perché anziché promuovere la libertà di scelta dei genitori pone gravose penalizzazioni a chi vaccina il proprio figlio, imponendo al bambino una quarantena di sei settimane di isolamento in casa. In pratica se la legge fosse approvata un bambino che facesse due vaccinazioni distinte in un anno perderebbe tre mesi di scuola. E’ molto improbabile che la legge sia approvata perché il M5s non ha la maggioranza nell’assemblea regionale, ma è interessante considerare i due aspetti scientifico e politico della proposta.

L’aspetto scientifico si esaurisce in poche battute: un soggetto vaccinato con un virus vivo attenuato (ad esempio del morbillo, della varicella, della poliomielite nel vaccino di Sabin) sviluppa una malattia subclinica al termine della quale consegue l’immunità. E’ possibile, anche se estremamente raro, che possa trasmettere questa malattia a soggetti non vaccinati ed è infatti consigliato di fargli evitare il contatto con soggetti immunodepressi e donne in gravidanza. La proposta di legge M5S parte da queste premesse e vorrebbe proteggere le persone che potrebbero entrare in contatto col bambino vaccinato. Ma cosa succede all’eventuale, rarissimo bambino che si ammala della malattia vaccinale “di seconda mano”?

Se il bambino non ha una immunodeficienza, la malattia in genere è subclinica e può conferire immunità: in pratica si ha una vaccinazione accidentale, senza i temuti eccipienti del vaccino. Nell’improbabile eventualità che la malattia vaccinale si trasmetta a bambini che soffrono di immunodeficienze gravi, o donne in gravidanza, la malattia indotta dal virus attenuato potrebbe avere un decorso più grave, sebbene meno grave del decorso della malattia naturale corrispondente. Per questi soggetti il contagio vaccinale è uno tra molteplici rischi infettivi e certamente non il più grave: di fatto essi corrono molti più rischi in mezzo a una popolazione non vaccinata, che può ospitare il virus selvatico, di quanti ne corrano in una popolazione vaccinata che ospita, per breve tempo, il virus attenuato.

Nel caso del vaccino di Sabin è possibile che il virus vaccinale rilasciato nell’ambiente subisca mutazioni che ne ripristinano la virulenza e che trasmetta la poliomielite in forma non attenuata; questa è una tra le ragioni per le quali al vaccino di Sabin si preferisce oggi, in Italia e in molti altri paesi, il vaccino di Salk, preparato con virus ucciso e quindi esente dal rischio di trasmettersi ad altri. Per approfondimenti si possono consultare i siti di Pubmed e dell’Iss, dell’Oms e del Cdc.

Gli aspetti politici della vicenda costituiscono quel siparietto di avanspettacolo che lo spettatore ha il diritto di aspettarsi dal partito di un comico come Beppe Grillo. Il primo firmatario della proposta, Davide Barillari, ha aperto la scena facendo seguire alla proposta di legge un articolo sul suo profilo Facebook dal titolo “Scienziati intelligenti contro politici ignoranti?”.

La sorprendente risposta di Barillari non è: “sì”, ma: “la politica viene prima della scienza“. Sfugge al rappresentante del M5s che la Scienza è un tentativo di descrivere la realtà e che una politica che ignori la realtà delle malattie infettive ammazza le persone, come una che ignori la realtà economica porta il paese alla bancarotta. L’articolo di Barillari è prodigo di trovate comiche, ad esempio “Bisogna credere. Nei dogmi dell’Oms, dell’iss …”: il politico M5s non ignorante disprezza i siti ufficiali dell’Organizzazione mondiale della Sanità, dell’Istituto superiore di Sanità e ritengo che se fosse al corrente della sua esistenza disprezzerebbe anche quello, non citato, del Center for disease control (Cdc).

Il secondo atto dello spettacolo presenta un ardito colpo di scena: Davide Casaleggio in persona, in coda ad un articolo che appare sul blog delle Stelle e parla di tutt’altro, scrive: “Ps: Il MoVimento 5 Stelle prende totalmente le distanze dalle dichiarazioni del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. La linea del MoVimento sui vaccini è quella messa nero su bianco nel contratto di governo votato dagli iscritti e portata avanti dal ministro della Salute Giulia Grillo”.

In effetti, fin dall’anno scorso il M5s si era pronunciato a favore dei vaccini, per bocca della senatrice Elena Fattori, del parlamentare europeo Piernicola Pedicini, del consulente Guido Silvestri, e con l’approvazione del Garante Beppe Grillo. L’unico limite riconosciuto dall’ortodossia ufficiale M5S era che convincere è meglio che obbligare.

Per quelli ai quali occorre spiegare le barzellette, osservo che:

1) convincere il cittadino della bontà dei vaccini è il contrario di ciò che fa la metà del M5S, Barillari e Lombardi in testa;

2) Elena Fattori si è pubblicamente dissociata da varie iniziative M5S in tema di vaccini, nonché sulle dichiarazioni di Barillari;

3) secondo me, la precisazione di Davide Casaleggio è una toppa peggiore del buco: infatti è vero che prende le distanze da Barillari, ma lo nasconde in un post scriptum, come se non volesse farsi notare, contraddice i principi della democrazia diretta e dell’uno vale uno, e mi spinge a pormi varie domande: chi vale cosa? A che titolo Davide Casaleggio parla a nome del MoVimento? E’ il gestore di Rousseau, che eroga un servizio a pagamento, o ha un ruolo ufficiale nel M5s? Se ha un ruolo, qual è e chi glielo ha conferito?

Siamo in attesa del terzo atto di questa divertente rappresentazione, certi di non annoiarci.

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