“Cospicui sbarchi di immigrati clandestini incidono fortemente sulle risorse della Sanità regionale”. In due righe due inserite in un documento ufficiale l’assessorato regionale alla Sanità in Sicilia prova a dirci due cose. Entrambe sbagliate. La prima: chi sbarca è sempre clandestino. La seconda: se non trovi un posto letto, se aspetti ore al pronto soccorso, se l’ambulanza non arriva, se quando arriva non ha un medico è colpa del migrante.

Entrambi i concetti sono errati. Per diritto e per logica. Per diritto perché al momento dello sbarco non è dato certo sapere se quell’uomo, quella donna o quel ragazzo sono da considerare rifugiati o comunque in condizione di richiedere asilo e protezione. Per logica, perché spiegare le croniche carenze del sistema sanitario dell’isola con “i migranti” sarebbe come incolpare il solito migrante della mancanza del nostro gusto di gelato preferito. Non vi è assolutamente correlazione. Ma è una buona scusa.

Ed è qui l’errore metodologico più grande, ed in questo periodo storico anche più pericoloso. Il nuovo capro espiatorio che tutto spiega e a cui tutto addebitare. Con la conseguenza di non affrontare mai i problemi.

Se perdi il lavoro, magari per una ristrutturazione aziendale o per una scelta di delocalizzazione, se il tuo comune non riesce a fornire un servizio, se la sanità non funziona è più facile dare una scusa, per altro oramai sdoganata.

Inutile richiamare l’attenzione sui fatti. Veri ed incontrovertibili. Che gli interventi sanitari su migranti e richiedenti asilo non gravano sui costi regionali, che le ospedalizzazioni sono poche e certo non in grado di far collassare il sistema sanitari, che forse l’assessorato farebbe bene a produrre un piano di sanità e assistenza territoriale all’altezza. Tutto inutile, perché provare a ragionare quando c’è il migrante, addirittura clandestino, a cui addossare colpe e responsabilità?

Sta qui la vera emergenza. Pressante e non rimandabile. Non nel migrante, non negli sbarchi ma nell’approccio con cui questo paese sembra essere piombato. Sta tutta nell’incapacità, sempre più manifesta, di affrontare problemi complessi senza cercare un colpevole di comodo. E se proprio vogliamo cercare il colpevole guardiamo dentro anni e anni di italianissimi e non clandestini sprechi, sperperi e scandali. Perché difficile credere che uno sbarco di qualche decina di disperati incida sulla sanità siciliana più di anni di ingerenze di sistemi criminali.

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