L’ex funzionaria della Provincia di Trento, Luisa Zappini, è indagata insieme ad altre quattro persone per tentato abuso d’ufficio in concorso. Una nuova accusa, per l’allora dirigente del servizio Cue, la Centrale unica d’emergenza, che si aggiunge a quella di peculato e truffa per il sospetto di un illecito utilizzo dei permessi di cura previsti dalla legge 104 mentre era in vacanza alle Maldive o a Parigi. Un filone d’indagine diverso, quello appena chiuso dal pm Marco Gallina, che riguarda un concorso pubblico indetto dalla provincia di Trento per un posto a tempo indeterminato da funzionario tecnico da assegnare proprio al servizio Cue. Parteciparono 17 candidati, ma stranamente solo in tre superano l’esame scritto. Dopo le prove presentate in un’interrogazione dal consigliere provinciale Claudio Cia, che anche al fattoquotidiano.it aveva parlato delle ambiguità del concorso, già nel giugno scorso la Provincia stessa era dovuta intervenire in autotutela, annullando tutto.

Il consigliere di Agire aveva denunciato che gli ingegneri scelti vantavano varie pubblicazioni firmate proprio insieme alla dottoressa Zappini, presidente della commissione giudicatrice oltre che allora dirigente della Pubblica amministrazione. Cia aveva anche sottolineato come i tre test scritti preparati per l’esame – poi ne venne estratto uno proprio per garantire trasparenza – erano in realtà praticamente identici e le domande erano semplicemente in ordine diverso. E c’erano stati anche i sospetti del quotidiano online Il Dolomiti, che aveva notato come le persone che hanno avuto accesso all’orale erano membri di Eledia, un centro di ricerca dell’Università di Trento. La testata aveva poi scoperto che la presidente della commissione giudicatrice, sempre la ex dirigente Zappini, aveva collaborato in svariate occasioni con lo stesso centro, tanto da inserirlo anche nel suo curriculum vitae.

Il lavoro degli investigatori della Guardia di finanza di Trento ha fatto emergere anche nuovi dettagli che hanno portato poi all’accusa di tentato abuso d’ufficio in concorso per Zappini. Ma anche per due ricercatori, Federico Viani, 37 anni, e Fabrizio Robol, 30 anni. Quest’ultimo vincitore del concorso, mentre il primo, secondo la ricostruzione della Guardia di finanza, sarebbe comunque entrato in graduatoria e sarebbe stato il prossimo assunto. Gli altri indagati sono invece due professori universitari proprio del Centro di ricerca Diagnostica Elettromagnetica Eledia: il coordinatore del centro di ricerca Andrea Massa, 52 anni, e il direttore Paolo Rocca, 36 anni.

La ricostruzione degli inquirenti racconta di una serie di mail risalenti al 2016 tra Zappini e gli altri indagati. Secondo la procura, come riporta il Corriere del Trentino, il ricercatore Viani “in accordo con Zappini e Robol adattava alla futura procedura concorsuale con inserimento dei requisiti ‘adatti’ a favorire l’assunzione di Robol”. Ci sono i messaggi tra il futuro candidato e l’ex dirigente, ma anche quelli tra lei e i professori. Al direttore di Eledia, scrive il quotidiano, viene in particolare contestata una mail in cui si legge: “Togliendo i requisiti che Robol non possedeva e inserendone altri corrispondenti ai lavori scientifici pubblicati dal ricercatore”.

Nelle carte del pm emergono poi gli altri aspetti che mettono nei guai Zappini, quelli già evidenziati anche da Cia al Fatto.it un anno fa. L’ex dirigente ha omesso la sua situazione di “evidente incompatibilità” – sottolinea la Procura – con i due candidati, che già collaboravano con il Cue ed erano anche co-autori di pubblicazioni scientifiche scritte con Zappini. Per l’accusa la funzionaria avrebbe dovuto astenersi, invece non l’ha fatto.

Il legale di Zappini, Nicola Stolfi, al Corriere del Trentino dice che “il conflitto d’interesse è ben altra cosa rispetto a semplici rapporti di natura scientifica e tecnica”. “Ha operato per ottenere il miglior collaboratore con i migliori requisiti professionali e scientifici per il bene del Cue e del servizio pubblico”, ha spiegato l’avvocato. “Il fascicolo è di oltre 2mila pagine – ha continuato Stolfi – valuteremo le carte e vedremo di difenderci con dignità e convinzione”.

Anche Zappini respinge le accuse, ma intanto deve difendersi anche nell’indagine per truffa e peculato, con contestazioni che riguardano almeno una quarantina di episodi. Anche in questo caso ci sono delle mail, in cui dava disposizioni sull’utilizzo, da parte propria, di permessi per assistenza a un familiare. Del genere: “Dal giorno… al giorno… mettimi legge 104”. Ma secondo chi indaga, in realtà risultava da un paio di altre mail che si trovava alle Maldive. Idem per un viaggio a Parigi. E nel mirino dei magistrati c’è anche l’uso dell’auto di servizio al di fuori dell’orario di lavoro. Inizialmente per Zappini era stato disposto l’arresto ai domiciliari, poi revocati il 21 aprile scorso.

“Ora non resta che attendere con fiducia il corso della giustizia – scrive Cia in un comunicato – ricordando che come opposizione avevamo evidenziato la necessità di restituire credibilità al sistema dei concorsi pubblici, individuando le falle del sistema e promuovendo nuove e più efficaci norme in merito”. “Vorrei ricordare – continua il consigliere – come il Presidente della Provincia Ugo Rossi si era goffamente affrettato a giustificare il tutto spiegando che ‘siamo ormai in una selva di norme che rendono impraticabile qualsiasi tipo di ragionamento sui concorsi, sulle gare, sugli appalti’, mentre qualcun altro, come l’allora onorevole Lorenzo Dellai, era accorso in difesa della dirigente (ed ex compagna di partito) parlando di ‘ingenuità’ e di ‘volgare processo mediatico-politico’”, conclude Cia.

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