Roma, 19 dic. (Adnkronos) - "Partecipazione sembra parola desueta in un tempo caratterizzato da una crescente astensione elettorale. Non ci si può stancare di ripeterlo: una democrazia di astenuti, di assenti, di rassegnati è una democrazia più fragile e a subirne danno sono i cittadini". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia al Quirinale per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze politiche e della Società civile.
"Riflettere su questo fenomeno -ha aggiunto il Capo dello Stato- è un dovere di tutti, mentre talvolta si ha l’impressione che l’astensionismo sia una sorta di problema del giorno prima, come se, dopo, a contare fosse soltanto chi ha vinto e chi ha perso e tutto tornasse a essere normale. Una società che non si preoccupa quando la maggioranza assoluta degli elettori sceglie di non votare non si accorge che, in questo modo, si riduce la sua solidità, che la sua politica rischia di esaurirsi nella autoreferenzialità. Senza questa presa di coscienza si contribuirebbe, involontariamente, ad alimentare la disaffezione, il senso di estraneità alla vita delle istituzioni. Spezzare questo circolo vizioso è interesse di tutti, perché è un’ampia, consapevole partecipazione a conferire una forte legittimazione".
"Soprattutto dovremmo riflettere sulle ragioni che inducono gli elettori più giovani a disertare le urne. Spesso non si tratta di un generico rifiuto della politica. Al contrario, una parte significativa del mondo giovanile mostra ampia, preziosa propensione all’impegno civile, alla mobilitazione sui grandi temi del nostro tempo, dalla pace all’ambiente, al volontariato, alla vita associativa. Ma tanti decidono di non votare. Indagando sulle cause di questo rifiuto, approfondendo le ragioni di questa diffidenza potremmo forse comprendere come fare emergere più ampia partecipazione. Il pluralismo delle idee, la dialettica tra opinioni diverse, il confronto tra posizioni culturali anche molto distanti sono indispensabili alla democrazia. Ma quando le sbrigative categorie amico/nemico prevalgono sulla fatica di trovare risposte condivise nell’interesse collettivo, quando si producono fratture che dividono le nostre società -ha concluso Mattarella- si alimentano i germi della estraneità alla politica".