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Unione europea, sviluppo e lavoro. Ridurre i divari regionali è fondamentale

Unione europea, sviluppo e lavoro. Ridurre i divari regionali è fondamentale
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di Vittorio Daniele e Francesco Samà*

La riduzione delle disparità regionali nei livelli di sviluppo e nei tassi di occupazione, cioè la convergenza economica, è un obiettivo che l’Unione europea persegue attraverso la “politica di coesione economica, sociale e territoriale”. Sotto il profilo quantitativo, questa politica è una delle più importanti dell’Unione. Nel periodo 2007-2013, le risorse provenienti dai Fondi strutturali, dalla Banca europea per gli Investimenti e dagli altri strumenti finanziari sono state pari a 355 miliardi di euro; per il ciclo di programmazione 2014-2020 ammontano a 352 miliardi.

In quest’articolo esaminiamo l’andamento delle disparità nel Pil per abitante tra le regioni della Ue nel periodo 2002-2015. Lo studio è condotto per le regioni dell’Eurozona e per quelle dei Paesi non aderenti all’euro. I risultati mostrano come la recessione iniziata nel 2009 abbia acuito gli squilibri regionali nell’Eurozona.

La mappa della crescita regionale
Tra il 2002 e il 2015, i tassi di crescita degli Stati e delle regioni della Ue sono stati molto diversi. La Figura 1 ne offre una rappresentazione immediata. Tutte le regioni dell’Est sono cresciute a tassi nettamente superiori alla media comunitaria. Al contrario, la crescita più bassa è stata registrata in Grecia, Italia e in alcune regioni francesi, spagnole e portoghesi. I dati nazionali lo confermano. Nel periodo in esame, in Lituania il Pil per abitante è aumentato, in media, del 5% all’anno, in Lettonia del 4,4%, in Romania e Bulgaria del 4,2%, in Polonia del 3,8%. In Italia e Grecia la crescita è stata negativa, rispettivamente del -0,6% e del -0,8% medio annui.

Figura 1. Tassi di crescita regioni europee, 2002-2015 / Fonte: Elaborazioni su dati Cambridge Econometrics

Perché vi sia convergenza è necessario che le economie più arretrate crescano a tassi maggiori di quelle più sviluppate. L’analogia è quella di una gara in cui chi parte in ritardo corre più velocemente di chi sta avanti, riducendo progressivamente la distanza. Una semplice verifica della convergenza è offerta dalla Figura 2, che sull’asse orizzontale riporta il Pil per abitante di ciascuna regione nel 2002,e su quello verticale i tassi medi annui di crescita nel periodo 2002-2015. Il grafico mostra come tra le due variabili esista una relazione inversa: le regioni con minori livelli di reddito sono crescite più rapidamente di quelle più sviluppate. Nel periodo in esame, tra le 268 regioni della Ue si riscontra un processo di convergenza assoluta.

Figura 2. Convergenza regionale nel Pil pro capite tra 268 regioni della UE, 2002-2015 (Regioni NUTS 2) /  Fonte: Elaborazioni su dati Cambridge Econometrics

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*Università Magna Graecia di Catanzaro

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