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Ultimo aggiornamento: 10:38 del 29 Maggio 2018

Governo, Di Battista: “Ho parlato con Di Maio, Quirinale mente. Mi accusino pure di vilipendio”

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“Il Quirinale mente, mi assumo le mie responsabilità, mi accusino di vilipendio. Credo fermamente in quello che mi ha detto Luigi Di Maio“. Lo afferma Alessandro Di Battista del M5s, intervenendo a Otto e Mezzo, su La7, riferendosi alla smentita arrivata dal Colle sulle parole di Di Maio, il quale a Pomeriggio Live ha detto che erano stati a Mattarella fatti altri nomi per l’Economia, Siri e Bagnai. Di Battista puntualizza: “Non è vero che Mattarella ha garantito così tanto tempo alle forze politiche. Se c’è stata una crisi istituzionale, è anche responsabilità del presidente della Repubblica che ha firmato una legge elettorale che, a detta anche vostra, ha causato una situazione di stallo. Ci abbiamo messo meno tempo noi a trovare un accordo di governo con la Lega, partito dissimile dal nostro, rispetto al Pd a iniziare autocritica. Non è vero che la questione Savona era senza alternativa” – continua – “Ieri ho visto Luigi Di Maio e la prima cosa che mi ha detto è stata questa: ‘Ho sentito Salvini e con lui abbiamo concordato anche l’ipotesi di avanzare, durante un incontro informale col presidente Mattarella, altri nomi, cioè Bagnai e Siri‘”. E aggiunge: “Giorgetti? Lui stesso in una conversazione privata con Luigi e Salvini  e ha dichiarato che non si reputava la persona adeguata per il ruolo di ministro. Per questa ragione Giorgetti non è stato scelto”. Di Battista ha un nuovo battibecco con il giornalista del Corriere della Sera, Massimo Franco, che accusa il M5s di irresponsabilità e di voler scaricare su Mattarella il fallimento della trattativa tra 5 Stelle e Lega: “Lo stato di accusa del presidente della Repubblica è previsto dalla Costituzione. Tante volte dichiarate morto e moribondo il M5s ma noi cresciamo ancora. Nel momento in cui il presidente della Repubblica si prende delle libertà che non gli sono consentite, come quella di mettere il veto a un ministro per ragioni di opinione, credo che questo vada oltre le sue prerogative”. “Mi dispiace per voi”, risponde Franco.

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