Polemica rovente a Tagadà (La7) tra il giornalista ed ex direttore dell’Unità, Giuseppe Caldarola, e il filosofo Diego Fusaro. Quest’ultimo si rende protagonista di un battibecco con l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino che lo accusa di usare un linguaggio di destra. Poi allo stesso Fusaro la conduttrice Tiziana Panella chiede di dare una definizione di Partito Democratico. “E’ l’esito terminale del serpentone metamorfico Pci-Pds-Ds-Pd” – risponde il filosofo – “Dall’eroica difesa dei lavoratori con Gramsci e Togliatti è passato a difendere direttamente il capitale, le banche, i signori del mondialismo. E quindi è stato un tradimento integrale del grande Gramsci, che si sta rivoltando nella tomba”. Caldarola, già parlamentare per due legislature prima nei Ds e poi nell’Ulivo, non ci sta e fa un riferimento alla neo-collaborazione di Fusaro con “Il Primato Nazionale”, rivista di Casapound: “Volevo solo sottolineare che Gramsci non avrebbe mai parlato con Casapound. Forse il giovanotto non lo sa. E quelli di Casapound dell’epoca misero in galera Gramsci”. “Socrate avrebbe dialogato con Casapound e con il Pci”, ribatte Fusaro. “Socrate lascialo stare”, replica il giornalista. “Socrate dialoga con tutti” – continua Fusaro – “Chi nega il dialogo è, perciò stesso, incapace di aprirsi al logos. E’ un misologo, direbbe Platone”. “Ma stai buonino” – commenta Caldarola – “E non citare Gramsci. Cerca di leggerlo, si vede che di lui non hai letto un tubo”. Caldarola, poi, puntualizza di essere sempre stato di sinistra socialista di tradizione comunista con Gramsci. “Bisognerebbe, però, leggere Gramsci”, osserva Fusaro. E riesplode la polemica. “Ma figuriamoci” – afferma il giornalista – “Adesso viene Fusaro a spiegarmi che devo leggere Gramsci?”. “E perché si sente chiamato in causa?” – replica Fusaro – “Ho detto solo che va letto”. “Questo balbettio da analfabeta di ritorno mi infastidisce” – sbotta Caldarola – “Io purtroppo ho l’abitudine di leggere, perché ho iniziato la mia vita professionale come redattore di una grande casa editrice. E quindi leggo anche le cose che non mi piacciono, come gli articoli di questo Fusaro”. “Benissimo, questo per me è un titolo d’onore”, controbatte Fusaro. “In quegli articoli io non ho trovato nulla, né la sostanza culturale”, chiosa Caldarola
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