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Conti pubblici, Moscovici: “Ue non chiede all’Italia riforme impopolari. Ma servono politiche di bilancio responsabili”

La Commissione europea non vuole "assolutamente immischiarsi nel processo democratico in corso", sostiene il commissario agli Affari economici. Ma subito dopo ricorda i paletti da rispettare
Conti pubblici, Moscovici: “Ue non chiede all’Italia riforme impopolari. Ma servono politiche di bilancio responsabili”
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L’Italia resta “un partner solido e affidabile”, aveva detto dieci giorni dopo le elezioni. Smentendo che Roma sia considerata “fonte di incertezza” per la Ue, come aveva sostenuto il ministro dell’Economia uscente Pier Carlo Padoan. Ora Pierre Moscovici torna sulla situazione italiana per assicurare che “l’intenzione della Commissione europea non è assolutamente quella di immischiarsi nel processo democratico in corso o di chiedere delle riforme impopolari per definizione”. Tuttavia, ci sono paletti da rispettare. Paletti, peraltro, che la Penisola in quanto Paese fondatore “ha contribuito a forgiare”.

“Semplicemente, tutti sanno che in Italia c’è un problema di debolezza della produttività, che è la sfida numero uno, e questo richiede delle riforme”. Inoltre, aggiunge il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari, “in Italia il livello del debito è elevato e per ridurlo bisogna sostenere la crescita in modo forte, ma anche condurre delle politiche di bilancio responsabili”

“Restiamo estremamente calmi, prudenti e rispettosi del ritmo democratico italiano”, ha chiarito Moscovici. “Non speculo assolutamente sulle riforme di un futuro governo italiano che non conosciamo nemmeno ancora”. No a “nutrire preoccupazioni polemiche quando siamo ancora allo stadio dell’elezione dei presidenti” di Camera e Senato “e cominciano le discussioni” sulla formazione di una coalizione di governo. E ancora: “Spetta al popolo italiano scegliere che riforme fare e tocca al governo portare avanti quelle che intende”. Ma “cosciente dei problemi economici” che ha e in grado di “trattarli in modo sovrano e allo stesso tempo europeo”.

“L’Italia – ha continuato Moscovici in audizione alla commissione Econ dell’Europarlamento, a Bruxelles – è un grande Paese, è la terza economia dell’Eurozona e presto sarà la terza economia dell’Ue. E un Paese fondatore, impegnato nella costruzione europea e deve dunque semplicemente applicare la regola comune che ha contribuito a forgiare, in quanto questa regola è positiva nella misura in cui consente di combattere il problema del debito, un fardello che pesa sulle generazioni future”.

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