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Trieste, arrestato il presidente di una comunità per minori. “Ospiti maltrattati, ha anche tentato di far sesso con loro”

L'uomo, secondo l'ipotesi investigativa, ha anche imposto, in alcuni casi, che venissero serviti alimenti scaduti nella struttura in provincia di Trieste e ha avuto una condotta vessatoria nei confronti di una ex dirigente
Trieste, arrestato il presidente di una comunità per minori. “Ospiti maltrattati, ha anche tentato di far sesso con loro”
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Ha maltrattato i minorenni ospiti della comunità, li ha insultati con ingiurie a sfondo razziale e con alcuni ha anche tentato approcci sessuali in cambio di denaro. Ne è convinta la procura di Trieste che ha chiesto e ottenuto dal gip l’arresto del presidente della comunità La Fonte a Prosecco, in provincia di Trieste.

L’uomo, secondo l’ipotesi investigativa, ha anche imposto, in alcuni casi, che venissero serviti alimenti scaduti nella struttura e ha avuto una condotta vessatoria nei confronti di una ex dirigente, che ha riportato da questa vicenda gravi stati d’ansia, fino a dover fare ricorso a cure mediche. All’uomo vengono contestati i reati di maltrattamento aggravato di minori, atti sessuali tentati con minorenne e atti persecutori in danno della ex direttrice della struttura.

Il presidente, in più circostanze, secondo gli investigatori, ha utilizzato frasi a sfondo razziale e denigratorio nei confronti di diversi minori stranieri accolti, incutendo in loro timore sotto la minaccia del loro rimpatrio, accompagnando le ingiurie con gesti offensivi. E ci sarebbero state anche proposte di prestazioni sessuali in cambio di denaro. Inoltre, durante la consumazione dei pasti avrebbe anche mimato atti sessuali con il cibo e in altre circostanze, avrebbe infastidito gli ospiti all’interno delle stanze, facendo loro domande esplicite sulle abitudini sessuali o provando ad accarezzarli.

I fatti sarebbero stati commessi lungo un arco di quattro anni, tra settembre 2013 e settembre 2017. Nel corso delle indagini, gli uomini della Squadra Mobile hanno interrogato circa 80 tra testimoni e vittime, tra le quali – ha spiegato la polizia – si intendono sia dipendenti che ex dipendenti, collaboratori della struttura ma anche minorenni stranieri non accompagnati provenienti da Kosovo, Albania, Pakistan, Afghanistan e Bangladesh.

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