A volte si cerca il titolo sul giornale a volte è per impressionare la concorrenza, di fatto, in questa Formula 1 la potenza massima che può esprimere un motore non è più un fattore così decisivo come negli anni passati. Ora più che mai conta il tempo in cui la propria potenza massima erogabile è mantenibile nell’arco di un giro.

Naturalmente il picco di potenza massima può essere più importante in qualifica, nel giro secco, considerando però che, anche in questo caso, a volte è necessario più di un giro lanciato, di nuovo a ad essere fondamentale è il mantenimento della propria potenza massima per un lasso di tempo maggiore. A contare quindi è l’efficienza del sistema di recupero energetico e quanta energia il proprio sistema ERS è in grado di recuperare attraverso l’MGU-K (per il recupero dell’energia cinetica) e l’MGU-H (per il recupero dell’energia termica) anche se poi in quest’ultimo caso sempre di cinetico si tratta. L’MGU-H infatti, recupera sempre energia cinetica dai gas di scarico che rilasciano energia cinetica in turbina e che a sua volta muovendo l’MGU-H viene trasformata in energia elettrica. Per assurdo è meglio avere qualche cavallo in meno ma per più tempo, che potenze maggiori per un tempo minore.

Una Formula 1 che oggi costringe i piloti ad essere una sorta di gestori di potenze, energie e meccaniche. La riprova di questo è stata quanto più che mai chiara nel corso del GP del Brasile dello scorso anno, quando Hamilton, ormai campione del mondo, potendo disporre di un’unita fresca e senza preoccupazione del suo “ciclo vita” (eravamo all’ultimo GP della stagione) poté utilizzare la piena potenza massima del suo motore Mercedes, evidenziando, quanto nell’arco della stagione, lui ma anche i piloti degli altri team, viaggiassero nel corso dell’anno su ritmi conservativi.

E nel 2018 sarà anche peggio. Con un limite di sole 3 unità propulsive a stagione (un impiego medio di 7 GP per unità di potenza) i team saranno costretti a limitare i propri piloti nell’utilizzo pieno del motore. Questo probabilmente porterà anche ad un impiego veramente misurato, con il rischio che nelle prove libere si scenda in pista solo ed esclusivamente per i giri strettamente necessari e limitati. Non perché prima si girasse di più, ora però ogni giro risparmiato potrà essere utile per mantenersi entro un certo limite di sicurezza chilometrico. Il rischio insomma di vedere ancor di più delle prove libere deserte, con poche apparizioni in pista, contate, misurate e limitate… per dirla come piace agli americani: un vero show!

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