Salgono a 86 i casi confermati di norovirus, un’infezione intestinale che ha colpito inizialmente 1200 addetti alla sicurezza dei villaggi olimpici di Pyeongchang, sede delle Olimpiadi invernali al via il 9 febbraio. Il comitato organizzatore sta attuando tutte le procedure per contenere il focolaio e al momento nessuno degli atleti è rimasto coinvolto. “A partire dal 6 febbraio abbiamo avuto 32 casi, ma oggi se ne sono aggiunti altri 54 casi per un totale di 86 casi di norovirus”, ha dichiarato Kim Hyun-Jun, direttore del centro coreano per il controllo e la prevenzione delle malattie. Il virus, che provoca vomito e dissenteria, potrebbe essersi diffuso a causa di cibo o acqua contaminati.

I pazienti colpiti sono stati mantenuti in quarantena per 48-72 ore e sono state avviate delle opere di disinfestazione. Preoccupazione da parte del campione di biathlon americano Lowell Bailey: “Penso che come atleti di resistenza cerchiamo costantemente di trovare l’equilibrio in situazioni particolari. Sono cose che possono accadere ma cerchiamo di restare concentrati il più possibile, facendo ciò che è nelle nostre possibilità. Spesso sono solo le cose più semplici: lavarsi le mani, dormire abbastanza e non fare cose stupide”. Christophe Dubi, direttore esecutivo dei Giochi per conto del Cio ha dichiarato: “Una campagna informativa e una serie di volantini saranno distribuiti ad atleti, staff e semplici cittadini per essere messi al corrente su come agire se si manifestano dei sintomi particolari. Non appena verrà segnalato un caso, tutta l’area sarà disinfettata. Sono in vigore misure molto severe per quanto riguarda il cibo e le bevande. La qualità del cibo dovrà rispettare gli standard internazionali“.

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