SONO TORNATO di Luca Miniero. Con Massimo Popolizio, Frank Matano, Stefania Rocca. Italia 2018. Durata 100’. Voto 3,5/5 (DT)

Benito Mussolini cade sulla terra e si ritrova tra le frasche di un giardinetto dell’Esquilino a Roma nell’aprile del 2017. Dapprima è curato da una coppia di giornalai gay, poi il giornalista spiantato Canaletti lo scopre, lo raggiunge, e convinto che sia un attore che imita il dittatore, lo accompagna in un tour dell’Italia, dove lo riprenderà mentre riconquista il paese, usando il materiale video per avere un posto di lavoro stabile con tutti gli onori davanti ai suoi capi. Solo che quando le alte sfere della tv vedono arrivare il Duce nei loro uffici lo cooptano per dargli uno show all’americana tutto suo che in pochi giorni abbatterà ogni record di share. Copia abbastanza conforme per tre quarti di film dell’originale tedesco Lui è tornato, il film di Miniero, girato in stile semidocumentaristico per comprendere il vero effetto del finto Duce sulla gente comune passando per strada, fa del susseguirsi serio e ragionato di più registri del comico il suo punto di forza. Dapprima commedia degli equivoci che dileggia Mussolini; poi tono da scanzonato e intimo buddy movie nell’on the road con Canaletti; infine umorismo nero e corrosivo sui temi dell’attualità italiana modello stand-up comedian quando il Duce finisce in tv. Così dopo averci fatto ridere di Mussolini e del fascismo, a seguire Sono tornato ci si sente all’improvviso sprofondati in un devastante senso di colpa per quelle risate e si prova perfino un bel po’ di paura dinanzi ad un mostro criminale della storia. Popolizio è un Duce tutto in sottrazione, privo di pesante trucco che si esibisce solo con la semplice retorica dei gesti e del linguaggio. Matano corpo molle da spalla comica sorprende per sobrietà. Apparizioni volute di Enrico Mentana e Alessandro Cattelan; casuali di Emilio Fede e Gianni Alemanno.