Il telescopio Kepler – eccezionale cacciatore di pianeti e mondi alieni – ha trovato collaboratori umani. Tutti possono diventare cacciatori di pianeti rimanendo comodamente in pantofole, davanti al computer di casa con una tazza di caffè in mano: è proprio così che un piccolo esercito fatto da migliaia di astronomi amatoriali ha scoperto un sistema planetario con cinque mondi alieni bollenti, che orbitano ordinatamente intorno alla loro stella madre come gli ingranaggi di un orologio. Situati a 620 anni luce da noi, nella costellazione dell’Acquario, sono stati individuati grazie alla piattaforma online Zooniverse, con cui gli astrofili – riporta l’Ansa – hanno passato in rassegna le enormi moli di dati raccolte dal telescopio Kepler della Nasa durante la sua seconda vita, la missione K2.

I primi risultati, in via di pubblicazione sulla rivista Astrophysical Journal, sono arrivati a pochi mesi dall’avvio di questo affascinante esperimento di ‘citizen-science’, chiamato ‘Exoplanet explorers’, che è coordinato dall’astronomo Jesse Christiansen del California Institute of Technology (Caltech) e dal fisico Ian Crossfield del Massachusetts Institute of Technology (Mit). “Persone da tutto il mondo possono registrarsi e imparare a riconoscere i segnali spia che indicano la presenza di un pianeta – spiega Christiansen – in modo da esaminare i dati raccolti da Kepler e votare, per decidere se classificare un determinato segnale come il transito di un pianeta o come un semplice rumore di fondo”.

“Il lavoro è stato organizzato molto bene e ha portato ad un risultato davvero notevole che non mi sarei mai aspettato: all’inizio ero un po’ scettico”, ammette Raffaele Gratton, astronomo presso l’Osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). “Questi progetti di ricerca aperti al grande pubblico sono preziosi, non solo perché avvicinano la gente alla scienza, ma anche perché ci permettono di analizzare in modo più rapido ed economico grandi moli di dati. A volte si utilizzano dei processi automatici, ma non sempre riescono a rimpiazzare l’acutezza dell’occhio umano”.

Proprio per questo motivo, i ricercatori Crossfield e Christiansen hanno approfittato di una trasmissione televisiva australiana per lanciare il loro appello agli astrofili, che sono subito accorsi ad iscriversi alla piattaforma online. Armati di computer, passione e pazienza, sono riusciti ad individuare nei dati di Kepler i segnali che indicano la presenza di cinque pianeti che si muovono lungo orbite concentriche intorno ad una stella simile al Sole, chiamata K2-138. “Questi pianeti sono poco più grandi della Terra”, spiega Gratton. “In un prossimo futuro potremmo conoscere la loro massa, grazie a misure più precise fatte col telescopio spaziale Spitzer della Nasa o con il satellite europeo Cheops, e questo ci aiuterà a capire meglio la loro struttura e la loro formazione”. Poche speranze, invece, per chi pensa di trovarci E.T. “Questi pianeti orbitano molto vicini alla stella e sono molto caldi, inospitali per la vita. La zona abitabile è più lontana e non può essere valutata appieno dal punto di vista di Kepler”, sottolinea Gratton. “È comunque probabile che lì si nasconda un sesto o forse anche un settimo pianeta, come lasciano supporre alcuni indizi trovati dagli astrofili e riconfermati dagli astronomi professionisti”.

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