A Lesbo lo chiamano il “life jacket cemetery” e altro non è che un’enorme discarica di giubbotti di salvataggio. Si trova a nord ed è ciò che rimane delle centinaia di sbarchi di migranti sull’isola greca. Da qui, da quello che può sembrare solo un rifiuto, nel 2015 è partita l’idea di creare un laboratorio che potesse dare un’occupazione a migranti e disoccupati. Oggi grazie alla solidarietà e all’impegno degli abitanti del posto quella sartoria è una realtà, e produce ogni mese decine di Safe passage bags. Si trova nel Mosaik support center di Mitilene, un vero punto di riferimento e di incontro per migranti e rifugiati che qui possono anche seguire corsi di lingue, informatica e musica. Nel laboratorio i giubbotti recuperati sulle coste vengono lavati, tagliati e ricuciti per poi essere trasformati in borse e portafogli. “Così le storie dei rifugiati viaggeranno ovunque nel mondo- spiega la creatrice Tina Kontoleontose – perché ogni borsa rappresenta uno di loro”

 

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Grecia, nel limbo dei profughi. L’isola di Lesbo trasformata in centro detentivo: “Qui da 20 mesi, trattati come animali”

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Greece, refugees in limbo: the Isle of Lesbos becomes an open-air prison

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