Minuto 49′ della ripresa, quinto e ultimo di recupero. Punizione dal versante sinistro dell’attacco del Benevento, che tanto per cambiare stava per concludere la quindicesima partita in Serie A senza raccogliere neanche un punto. Dall’altra parte il Milan, il nuovo Milan di Gattuso: rinnovato in panca ma identico nell’indolenza in campo. E la storia decide di divertirsi. Rossoneri in vantaggio per 2-1: gol di Bonaventura nel primo tempo, pareggio di Puscas nella ripresa e milanesi di nuovo avanti con Kalinic. Poi il Milan rimane in dieci (espulso Romagnoli) e il Benevento ci prova. Solo quello può fare: provare e riprovare. Fallo, punizione, ultima occasione per pareggiare. Cross tagliato di Cataldi nell’aria di rigore rossonera, colpo di testa in elevazione e gol. Di chi? Di Alberto Brignoli, il portiere. Clamoroso al Vigorito: quel Benevento che per atei e calciofili doveva passare agli annali (e magari così sarà) come l’esempio più triste della massima “l’importante è partecipare” ha conquistato il primo punto in Serie A della sua storia con il gol del portiere. Gennaro Gattuso ha poco da ringhiare: il suo esordio sulla panchina del Milan sarà ricordato per sempre, ma solo per meriti altrui.

E chissà cosa starà pensando Vincenzo Montella, esonerato in settimana dalla nuova proprietà cinese di un Diavolo schiaffeggiato anche dalla sorte. L’arbitro fischia la fine, Brignoli corre. Senza sapere dove, ma corre: la meta, dopo un gol così in una giornata così, è l’ultimo dei suoi pensieri. “Non è che non ci credo, ma è difficile la probabilità di far gol in un’azione del genere. Sono felice per tutta la gente e per il presidente che ci è sempre stato vicino” dice dopo il triplice fischio. La ricostruzione di quanto accaduto: “L’azione finale? Qualcuno dalla panchina mi ha detto di salire, io sono andato a saltare e ho chiuso gli occhi. Ho fatto un tuffo da portiere e non da attaccante“. Poi la certezza: per il Benevento è il primo punto in campionato. “Ne abbiamo perse tante a tempo scaduto in maniera immeritata – sottolinea a giusta ragione Brignoli – Sappiamo che è dura e questo pareggio è di tutti. Sarebbe poco onesto parlare solo di me”.

Nato 26 anni fa a Trescore Balneario (neanche 10mila abitanti in provincia di Bergamo), Brignoli è di proprietà della Juventus, ma con la maglia bianconera non ha mai giocato neanche un minuto. Juventino di cartellino, ma mai di campo. Acquistato dalla Signora nel 2015 è stato sempre mandato in prestito: Ternana, Sampdoria, Leganés, Perugia e ora Benevento. Insomma, una carriera onesta ma non da campione, non da lasciare il segno nella storia del calcio. Fino a oggi. Perché Alberto Brignoli, nella storia della Serie A ci è entrato eccome: è il terzo portiere a segnare su azione nella massima serie italiana. La compagnia è buona: Michelangelo Rampulla e Massimo Taibi. Il primo segnò di testa nel 1992 con la maglia della Cremonese (la sua rete regalò ai lombardi l’1-1 contro l’Atalanta), il secondo pareggiò (sempre con un’incornata) il vantaggio dell’Udinese sul campo della Reggina, di cui difendeva i pali. Era il primo aprile del 2001: scherzo del destino. Come quello che Brignoli ha tirato oggi a Gennaro Gattuso. Colpi di testa, colpo della strega di Benevento.

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