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Tutti i numeri da tenere bene a mente - 3/4

In una conferenza congiunta il numero uno di Psa Tavares e quello di Opel Lohscheller hanno tracciato le linee per il futuro del marchio di Russelsheim passato sotto l'egida del gruppo di Parigi, con l'obiettivo di tornare ai profitti nel 2020. La ricetta passa per elettrificazione della trazione, sfruttamento di piattaforme e motori PSA, creazione di un polo tecnologico tedesco e, almeno per il prossimo anno, niente licenziamenti e chiusure di fabbriche. Ma qualche dubbio resta
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Tutti i numeri da tenere bene a mente

Dopo l’affare Opel, PSA è diventato il secondo costruttore europeo, capace di vendere 4,3 milioni di auto in tutto il mondo: ha 40 poli produttivi, 10 centri di ricerca e sviluppo e oltre 200 mila dipendenti. Opel in particolare conta di tornare in attivo nel 2020, anno in cui il margine operativo per ogni auto venduta sarà del 2% (per arrivare al 6% nel 2026). Un piano di crescita che andrà di pari passo con l’elettrificazione della gamma: entro il 2020 saranno quattro i modelli green (inclusi Grandland X e la nuova Corsa) e nel 2024 tutta la gamma avrà motorizzazioni elettrificate.

Con la nuova decade le sinergie con PSA (acquisti, R&D, produzione, etc) varranno 1,1 miliardi di euro e 1,7 nel 2026: già nel 2020 i costi di produzione e logistica di ogni singola Opel saranno tagliati di 700 euro. Entro il 2024 il numero della piattaforme impiegate da Opel e PSA scenderà da 9 a 2 (le EMP2 e CMP di PSA), mentre i motori passeranno da 10 a 4.

“L’allineamento delle architetture e delle famiglie di propulsori ridurrà sostanzialmente la complessità in termini di sviluppo e produzione, consentendo di ottenere economie di scala e sinergie e contribuendo alla redditività generale”, ha dichiarato Lohscheller. Ciò comporterà una semplificazione delle opzioni disponibili per ogni modello. Il punto di pareggio finanziario è fissato a 800 mila unità l’anno.