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Facebook, la soluzione contro il revenge porn? “Mandateci voi per primi le vostre foto di nudo”

Gli utenti possono inviare immagini intime e il gruppo assicura che un sistema automatico ne bloccherà la condivisione. Al momento è ancora in fase di test: è attivo solo in Australia, dove Zuckerberg ha stretto un accordo con il governo. Dubbi sulla sicurezza e sul rischio di falle
Facebook, la soluzione contro il revenge porn? “Mandateci voi per primi le vostre foto di nudo”
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Prevenire è meglio che combattere. Per questo Facebook ha chiesto ai suoi utenti di caricare loro per primi le proprie foto di nudo sulla piattaforma, così che questa poi sia in grado di riconoscerle se dovessero essere pubblicate da altri. Il revenge porn è una pratica illegale di estorsione sessuale: si configura quando qualcuno – solitamente un ex partner – diffonde in rete, su chat e social network, foto e video della vittima in contesti intimi. Il social network di Mark Zuckerberg, grazie all’intelligenza artificiale, ha sviluppato una nuova tecnologia di riconoscimento delle immagini che sulla carta dovrebbe contribuire a contrastare il fenomeno e impedire il dilagare in rete di contenuti diffusi senza il consenso del soggetto protagonista.

Dopo aver compilato un questionario dell’ufficio e-Safety che che si occupa di sicurezza online, l’utente dovrà caricare sull’applicazione Messenger la foto, etichettandola come una “immagine intima non consensuale”. A questo punto Facebook memorizzerà nei suoi server l’impronta digitale della foto e quando qualcuno caricherà sulla piattaforma immagini corrispondenti a quelle segnalate come non consensuali, il sistema le localizzerà e le eliminerà, impedendone il ripristino lì o su Instagram o la condivisione ripetuta tramite Messenger nel caso in cui qualcuno avesse tentato di condividerle di nuovo.

Per il momento questo sistema è ancora in fase di test ed è attivo solo in Australia, dove Facebook ha stretto un accordo con il governo per contrastare il revenge porn. Secondo Mashable, le prossime fermate del programma pilota sono Stati UnitiRegno Unito e Canada.

Molti, ovviamente, i dubbi in merito alla sicurezza nell’affidare proprie foto intime al social network. Il commissario del sistema e-Safety, Julie Inman Grant, ha assicurato all’Australian Broadcasting Company che i server di Facebook: “Non stanno memorizzando l’ immagine, stanno memorizzando il link e utilizzando intelligenza artificiale e altre tecnologie di foto-matching. Quindi, se qualcuno tentasse di caricare la stessa immagine, che avrebbe la stessa impronta digitale o lo stesso valore hash, non potrà caricarla”. E risponde così alle preoccupazioni degli utenti: “Il nostro grande vantaggio consiste nel fatto che hanno scelto la strada più sicura possibile per dare alle persone la facoltà di proteggersi e agire, senza renderle vulnerabili”.

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