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Diritti degli animali, a Radio 24 qualcuno urta la sensibilità di chi li difende

Diritti degli animali, a Radio 24 qualcuno urta la sensibilità di chi li difende
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Le reazioni all’aumento della sensibilità nella popolazione riguardo alle tematiche animaliste sta scatenando le reazioni più inconsulte dei carnivori o comunque di coloro che non hanno nulla da obiettare circa l’uccisione degli animali.

Una premessa: da ambientalista, mi preme sottolineare che il tema dell’alimentazione umana non è solo di carattere etico, ma comprende anche una preoccupazione per la salute della Terra. Lo sanno anche i bimbi che alimentarsi di carne è un assurdo dal punto di vista energetico e comporta un’enorme perdita di risorse naturali. Come ricorda Slow food, che non è un’enclave di fanatici animalisti: “Il settore zootecnico è uno dei principali responsabili della produzione di gas serra. L’allevamento di animali genera, secondo la Fao, il 18% delle emissioni totali di gas serra nell’atmosfera. Una percentuale molto alta se paragonata alle emissioni dovute ai trasporti, responsabili del 13% delle emissioni, e alla produzione di energia, responsabile del 26%… In termini di impronta idrica, si calcola che in un allevamento convenzionale siano necessari circa 15.500 litri di acqua per ottenere un chilo di carne di manzo (calcolando quanta ne serve per allevare gli animali e irrigare i campi in cui si coltivano i mangimi), 3.920 per un chilo di pollo. Circa 3,5 miliardi di ettari di terra (ossia il 70% della terra coltivabile del pianeta) sono destinati alla produzione animale. Di questi, 470 milioni sono riservati alla coltivazione di cereali e leguminose per la produzione di mangimi. L’allevamento del bestiame, insieme all’industria del legname, è una delle cause principali della deforestazione nella regione amazzonica”.

Quindi, permettetemi, è quanto meno superficiale affermare che ognuno è libero di fare e, nel caso, di mangiare ciò che gli pare e piace: la libertà dei carnivori, a livello globale, incide sulla salute degli altri umani (ma anche sui consumatori, cancro al colon insegna) e sulla salute della Terra stessa.

Fatta questa premessa, un’amica mi segnala che sulla radio di Confindustria – Radio 24 – il presentatore Giuseppe Cruciani – conduttore di un programma La zanzara – molto tempo fa ha avuto il dubbio gusto di comparire su Facebook con accanto la foto di un coniglio morto e la didascalia “Buongiorno a tutti gli animalisti che ci seguono”. Cui è seguita, a distanza di qualche mese, una foto su Twitter in cui lo stesso Cruciani si fa fotografare accanto alle teste mozzate e scuoiate di tre agnellini.

Casualmente, qualche tempo fa, ero a casa di un amico che ascolta abitualmente Radio24 e c’era Gianluca Nicoletti (persona di indubbia intelligenza) che ho saputo tenere una trasmissione sull’emittente. Si parlava della proposta di Michela Vittoria Brambilla di modificare la Costituzione riconoscendo i diritti degli animali. Il conduttore, ironico, si lasciava andare a considerazioni del tipo che allora si potrebbe pensare di celebrare i matrimoni omosessuali o le unioni civili fra gli animali, gli animali dovranno avere una rappresentanza in Parlamento, potranno fondare dei partiti, avranno diritti civili, e altre amenità.

Una proposta: continuino pure gli onnivori a mangiare carne, ma non dicano che ognuno è libero di fare ciò che vuole, come se la libertà fosse a costo zero sulla Terra, e abbiano rispetto per chi, con ragioni un po’ più motivate delle loro, vorrebbe che ci facessimo partecipi del dolore degli animali e che le mattanze cessassero.

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