Ho spiegato in un uno dei miei primi post perché lo zucchero va limitato al massimo. Ecco oggi alcuni dei dolcificanti alternativi (quelli più comuni e facili da trovare) che si possono usare al suo posto.

Il malto di cereali
Esistono malti ricavati da diversi tipi di cereali (orzo, riso, mais, frumento, miglio…) attraverso un processo enzimatico durante il quale gli amidi vengono scomposti in zuccheri più semplici. Si tratta di una trasformazione naturale, che porta ad avere un prodotto dolce che ha una consistenza e un sapore molto simili a quelli del caramello.

Lo sciroppo d’agave
È ricavato dalla linfa dell’agave blu messicana e si può usare anche per dolcificare caffè, tè o tisane. Una delle sue fasi di lavorazione cui viene sottoposto, infatti, è mirata a rendere il suo sapore neutro, così da avere un uso versatile. Non solo. Lo sciroppo d’agave è totalmente solubile e dolcifica mediamente il 25% in più rispetto allo zucchero bianco, pur avendo un indice glicemico più basso.

Lo sciroppo d’acero
Tipico dolcificante canadese, si ottiene dalla linfa dell’acero (rosso, nero o da zucchero) ed è un ottimo dolcificante naturale, con un sapore caratteristico, che si fa più forte mano a mano che il colore diventa più scuro.

Il miele
È uno dei dolcificanti più tradizionali, il cui uso è documentato fin dall’età classica. Un miele di buona qualità è un alimento nutrizionalmente valido per il suo apporto di vitamine e sali minerali, ma deve comunque essere consumato con cautela, visto il suo elevato tenore zuccherino. Bisogna inoltre tener presente che oltre i 40°C questo alimento perde parte delle sue proprietà. Ecco perché non andrebbe utilizzato nella preparazione di dolci da forno.

Il succo di mela
Ricco di fruttosio, è un dolcificante naturale con un contenuto calorico bassissimo. Il suo gusto delicato, lievemente fruttato, lo rende perfetto per la preparazione di dolci, ma anche da usare nel tè o nelle tisane. Non è così dolce da poter sostituire completamente lo zucchero, ma offre la possibilità di diminuirne la dose.

La stevia
Ultimamente questo dolcificante è molto gettonato soprattutto per il fatto che ha pochissime calorie e un potere dolcificante 300 volte più dello zucchero tradizionale. Ultimamente si trova sotto forma di granelli (proprio come lo zucchero classico) anche nella grande distribuzione, sebbene sia preferibile scegliere quella pura e naturale, meglio ancora se in foglie essiccate e tritate. Questo dolcificante è ricavato da una piccola pianta arbustiva che cresce in Sud America, la Stevia rebaudiana. Il Comitato permanente della Commissione europea ha approvato il regolamento che consente di utilizzarne gli estratti a uso alimentare. Due componenti chimici in essa presenti, lo stevioside e la rebaudioside A, le conferiscono un retrogusto che non a tutti piace.

Lo zucchero del fiore di cocco
Noto da anni agli statunitensi, da poco è arrivato sugli scaffali della grande distribuzione anche in Italia. Sebbene non sia ipocalorico, il suo successo è dovuto principalmente al fatto che ha un indice glicemico molto basso. Ottenuto dalla linfa dei fiori di cocco, ha un gusto simile al caramello e può essere usato per dolcificare caffè, tè e tisane, oltre che nella preparazione dei dolci fatti in casa.

La frutta fresca
Naturalmente dolci, il caco, le mele, le pere, le banane o l’uva, possono essere utilizzati al posto dello zucchero, o quanto meno in suo supporto, permettendo di diminuirne la dose. La frutta fresca è da scegliere rigorosamente secondo la stagione e il più matura possibile, così che sia ancora più zuccherina.

La frutta essiccata (o disidratata)
È possibile trovare in vendita essiccata quasi tutta la frutta che abitualmente si consuma fresca. Da non confondere con quella secca (noci, nocciole, mandorle…), la più utilizzata nella preparazione di dolci è l’uvetta, insieme con le mele, le albicocche, i fichi e i datteri. Durante il processo di essiccazione, la frutta perde l’acqua e parte delle vitamine, concentrando così fibre, zuccheri e minerali. Generalmente prima di utilizzarla viene fatta rinvenire in un po’ di acqua per qualche ora, così da reidratarsi.

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