Il Times impone all’Inghilterra il tema della morte di Giulio Regeni. Dopo un anno e sette mesi di silenzi del governo e soprattutto dell’Università di Cambridge, responsabile di aver mandato il giovane ricercatore friulano in Egitto, il quotidiano londinese pubblica un durissimo editoriale che richiama alle sue responsabilità l’intera comunità internazionale: “Al-Sisi è un dittatore autoproclamato”, si legge nel commento a firma Giles Whittell, e “merita solamente lo status di paria“, ovvero l’isolamento, almeno finché il presidente egiziano non avrà “raccontato tutto sull’omicidio di Regeni” e non avrà “rilasciato incolume Ibrahim Metwally“, l’avvocato impegnato sul caso del ricercatore italiano torturato e ucciso il 3 febbraio 2016 a Il Cairo.

L’editoriale del Times contro Abdel Fattah al-Sisi arriva nel giorno in cui a Londra il ministro degli Esteri del Cairo, Sameh Shoukry, incontrerà Usa, Gran Bretagna, Italia, Francia ed Emirati per una conferenza sulla Libia. Un incontro a cui parteciperà anche Angelino Alfano che ha poi in programma un bilaterale proprio con Shoukry. Il titolare della Farnesina ha promesso che nel corso della discussione parlerà anche della posizione di Metwally con la giustizia egiziana.

Sull’arresto dell’avvocato per i diritti umani che collabora con l’organizzazione che rappresenta la famiglia Regeni al Cairo si sofferma a lungo proprio l’editoriale del Times. Al momento Metwally è detenuto in un edificio nella periferia est del Cairo ed è accusato di danneggiare la sicurezza di Stato. Lo hanno riferito a ilfattoquotidiano.it i suoi colleghi dell’Egyptian Commission For Rights and Freedom, l’organizzazione che assiste i parenti di Regeni in Egitto. L’organizzazione è sotto il mirino delle autorità egiziane da diversi giorni. Lunedì scorso il loro sito internet era stato oscurato mentre già lo scorso anno il loro presidente, Ahmed Abdallah, era stato detenuto per 4 mesi e mezzo con l’accusa di terrorismo.

L’editoriale del Times ricorda anche come quattro anni fa il figlio di Metwally sia stato ucciso, apparentemente dai servizi di sicurezza egiziani. Da quel momento il legale ha iniziato a lavorare per la tutela dei diritti umani in Egitto, difendo, tra gli altri, anche Giulio Regeni. E per il giovane ricercatore italiano il quotidiano londinese torna a chiedere verità, ricordando così anche quelle che sono le responsabilità inglesi. Regeni era uno studente dell’Università di Cambridge, fu mandato in Egitto dalla professoressa Maha Abdelrahman, supervisor della sua tesi di dottorato. Ma quando la Procura di Roma, con richiesta di rogatoria internazionale, inviò all’ateneo una serie di domande, la risposta di Cambridge e della professoressa è stata solo un “no comment.

Whittell nel suo commento torna poi a criticare il presidente egiziano al-Sisi, accusandolo di aver preso il potere con un golpe e di aver orchestrato repressioni “peggiori di quelle” di Hosni Mubarak. Lo giudica per questo non all’altezza del ruolo che ricopre, invitando la comunità internazionale a prendere provvedimenti, come isolamento e sanzioni. Ma nell’editoriale viene ricordato anche il “vitale ruolo dell’Egitto”, quello status di “attore responsabile” della scena mediterranea che gli Stati europei sembrano riconoscergli con crescente interesse, dimenticando la verità per Giulio Regeni.

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