“Sembrerebbero legittime le perplessità di chi sostiene la possibile esistenza di un conflitto di interessi” del commissario straordinario di Alitalia Enrico Laghi. Lo scrive l’Autorità anticorruzione nella delibera 699 del 28 giugno con la quale rinvia il caso, “per le valutazioni di competenza”, al ministro dello Sviluppo economico. In sostanza i dubbi contenuti in un esposto del Codacons e in una nota di alcuni deputati M5S, secondo l’Anac, sono giustificati, ma la questione non è di sua competenza. Dunque la segnalazione è archiviata. La palla passa a via Veneto, con la richiesta di verificare “i profili relativi alla mancata applicazione” di diverse norme suggerite nella delibera. Il dicastero di Carlo Calenda, che Laghi l’ha nominato, risponde a stretto giro. Assicurando, come ci si poteva aspettare, “l’assenza di profili di incompatibilità”.

Il nodo sta in un precedente incarico (uno dei tanti) ricoperto da Laghi: è stato presidente del cda di Midco spa, la nuova società creata da Cai al momento dell’ingresso di Etihad nell’azionariato. Midco ha il 51% della compagnia. Alla luce di questo ruolo “appare disapplicata”, secondo l’autorità presieduta da Raffaele Cantone, la norma che disciplina l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza. Questa vieta la nomina di chi “avendo intrattenuto con l’impresa, personalmente o quale socio, amministratore o dipendente di altra organizzazione imprenditoriale o professionale, rapporti non occasionali di collaborazione o consulenza professionale, abbia preso parte o si sia comunque ingerito nella gestione che ha portato al dissesto dell’impresa”.

“Pare difficile”, secondo la delibera Anac, che nel ruolo di presidente del cda di Midco Laghi non abbia mai partecipato all’amministrazione che ha portato Alitalia nelle condizioni attuali. Stando alla Relazione economico-contabile pubblicata dalla compagnia due giorni fa, nel 2016 la compagnia ha perso 491,9 milioni di euro. Non solo. Per l’autorità di via Minghetti non c’è discontinuità nella conduzione dell’azienda. L’Anac osserva come “non sembra esservi stata una netta soluzione di continuità tra la gestione industriale precedente e l’attuale amministrazione dei commissari”. In contrasto con “lo spirito della normativa delle amministrazioni straordinarie”.

Su questi aspetti però Anac “non ha specifiche competenze”, per cui la sua conclusione è che “occorre investire gli organi competenti per le opportune valutazioni”. E l’organo competente è il Mise. Che della nomina è l’autore con un decreto del 2 maggio scorso. Il ministero guidato da Carlo Calenda risponde con una nota in cui spiega che a sua volta “comunicherà all’Autorità la documentazione comprovante i presupposti per l’atto di nomina e le valutazioni effettuate ai fini della verifica in ordine all’assenza di profili di incompatibilità”. Ma in più provvederà “ad investire della questione anche l’Avvocatura dello Stato, attesa la pendenza di un ricorso avanti al Tar, avverso l’atto di nomina”.

Con la stessa delibera l’Anac archivia anche le segnalazioni sull’incompatibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni (decreto legislativo 39 del 2013). Quelle norme non si applicano ad Alitalia che è “un soggetto interamente privato“. Un altro punto critico è riguarda il ruolo di Laghi e dell’altro commissario straordinario di Alitalia, Stefano Paleari, come docenti universitari. Secondo la legge Gelmini infatti la posizione di professore è “incompatibile con l’esercizio del commercio e dell’industria”. Ma anch equi l’ultima parola non è dell’Anac, che di conseguenza “investe i rettori delle loro Università, chiedendo di valutare il rispetto della legge 240 del 2010 e di “rendere noti gli esiti dei rispettivi accertamenti”.

Il Movimento 5 stelle esulta e interpreta la delibera come una “conferma di quanto da noi denunciato”. Chiede poi al ministro Calenda e al ministro dei Trasporti Graziano Delrio “di ritirare la nomina di Laghi e di chiarire al più presto quanto comunicato dall’Anac sulla sua incompatibilità”.

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