Lo hanno trovato morto, in uno strano pomeriggio fiorentino, con la città semivuota per il ponte del 2 giugno, nell’ex asilo Ritter, uno dei tanti immobili vuoti da lui occupati. Così se ne è andato da solo Lorenzo Bargellini, 59 anni, leader del Movimento per la casa che a Firenze da decenni occupa immobili sfitti. “Ciao Mao”, hanno scritto amici e compagni su Facebook. Tra incredulità, dolore e stima da parte anche di coloro che non condividevano le sue idee e i suoi metodi di lotta. E forse con non poche lacrime di coccodrillo perché “Mao” a Firenze era anche molto inviso. Lo chiamavano “Mao” per la sua criniera da militante rimasto fedele ai sogni delle battaglie degli anni Settanta. Sempre al fianco degli ultimi, dei senzatetto e dei senza diritti. Sempre in prima fila a sognare la rivoluzione. Solo nel 2009, intervistato dal Corriere Fiorentino, dopo 19 anni di lotte e di condanne, si sfogò: “Fra un anno mollo tutto. Questo Paese non c’è verso di cambiarlo. Uno si arrende. Abbia­mo un panorama politico post Berlusconi: la sinistra non fa la sinistra, i poteri forti, quelli ve­ri, sì. C’è un sistema criminale che controlla la società italia­na. Non lascio le persone sole, ma l’illusione di cambiare il mondo l’ho persa negli ultimi 7-8 mesi. Dopo, farò come tut­ti”.

Per fortuna degli ultimi, Mao non ha mollato. Si è arreso solo al suo cuore che non ha retto ad una vita spericolata, sempre in lotta, poverissimo, mai un soldo in tasca. “E’ stato un Robin Hood dei nostri tempi. Lorenzo ha trascorso tutta la sua vita al fianco dei più deboli”, ha commentato Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, in consiglio regionale. Era figlio di una blasonata famiglia fiorentina. Il nonno, lo scrittore Piero Bargellini, è stato sindaco di Firenze ai tempi dell’alluvione. La sua cugina Sara Funaro è attualmente assessore alla casa della giunta Nardella. E i due cugini si sono ritrovati su fronti opposti. Come nell’ultima battaglia di Bargellini: l’occupazione da parte di una novantina di somali dell’ex sede dei gesuiti fiorentini. Lorenzo alla guida degli occupanti e Sara sul fronte opposto del ripristino della legalità anche con lo sgombero forzato. Quando tre anni fa la Funaro è stata nominata assessore alla casa e al sociale, Bargellini era impegnato in un’occupazione in via Capponi, e ai giornalisti che gli chiesero come si sarebbe comportato con la cugina a Palazzo Vecchio, rispose: “Non voglio confondere il piano personale e quello politico, i miei rapporti con Sara continueranno ad essere ottimi, ma detto questo, se lei è convinta che le istituzioni siano all’altezza dei problemi, io non lo sono per niente. Perché nonostante l’affetto fra noi, io continuerò a stare da una parte, e lei dell’altra”.

E la cugina Sara a Repubblica alla domanda su come avrebbe affrontato il cugino leader del Movimento per la casa da sempre in conflitto con le politiche abitative di Palazzo Vecchio, rispose: “È ovvio che i due aspetti, familiare e politico amministrativo, andranno tenuti separati. D’altra parte, tutti e due ci occupiamo di problemi sociali, e sono d’accordo con lui quando sostiene che l’emergenza casa è un problema gravissimo. Ma ovviamente, per quanto mi riguarda, tutte le emergenze vanno risolte nel rispetto della legalità”.

Capelli lunghi, canotta rossa, Mao, prima in Lotta Continua e poi capo del collettivo autonomo viola ai tempi di Antognoni, è da sem­pre, fin da ragazzo, un habituè delle manifestazioni. “L’ho conosciuto perché dove c’era una lotta per la casa e per i diritti lui c’era”, ricorda Daniele Calosi, responsabile Fiom-Cgil di Firenze. Per il Movimento l’occupazione degli immobili sfitti, ritenuta una pratica illegale, rappresenta uno “strumento di lotta”. Una lotta che ha procurato a Bargellini decine di denunce, processi e anche qualche condanna, ma anche il riconoscimento di migliaia di persone senza casa. D’altra parte “la casa per tutti” a Firenze ha avuto un alfiere di grande peso: l’ex sindaco Giorgio La Pira che non esitava a far requisire gli immobili sfitti per darli in abitazione ai senza tetto. E’ forse più a lui che al nonno Piero che si è rifatto Mao nelle lotte. Che gli amici raccontano come una persona di grande intelligenza e sensibilità: “Era molto dolce. Ricordo una sera passata con lui, quando eravamo ancora adolescenti, ad ascoltare musica e a scoprire Franco Battiato. Lorenzo lo avrò sempre nel cuore”, ricorda ad esempio Gian Marco Piattelli.

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