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Festival dell’Economia di Trento, al via la dodicesima edizione dedicata alla salute disuguale

L’obiettivo della manifestazione - 70 incontri in quattro giorni per un’ottantina di relatori oltre ad altri 50 eventi collaterali - è riflettere su come garantire a tutti la possibilità di avere gli stessi livelli di salute, quanto questo abbia a che fare con lo sviluppo socio-economico, ambientale e culturale di un territorio e anche su come i cittadini possano essere protagonisti di questa lotta alla disuguaglianza
Festival dell’Economia di Trento, al via la dodicesima edizione dedicata alla salute disuguale
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La salute ha a che fare con lo sviluppo socio-economico, ambientale e culturale di un territorio? E l’istruzione, assieme alle condizioni economiche e alla situazione lavorativa, è uno dei fattori che incidono sul benessere fisico dei cittadini? Sono solo alcune delle domande che terranno banco alla quattro giorni (1-4 giugno) del Festival dell’economia di Trento dedicato quest’anno al tema della “Salute disuguale”. L’argomento è decisamente di attualità perché nei prossimi anni “nei Paesi sviluppati le disuguaglianze di salute potrebbero notevolmente aumentare con l’invecchiamento della popolazione”, come spiega in una nota introduttiva all’evento il direttore scientifico del Festival (e presidente dell’Inps) Tito Boeri.

Per questo l’obiettivo della dodicesima edizione della manifestazione è “riflettere su come garantire a tutti la possibilità di avere gli stessi livelli di salute, quanto questo abbia a che fare con lo sviluppo socio-economico, ambientale e culturale di un territorio e anche su come i cittadini possano essere protagonisti di questa lotta alla disuguaglianza”, come puntualizza in una nota stampa il rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini. Inevitabile dunque che, nel corso della quattro giorni, la questione della salute disuguale si allarghi a tutta una serie di tematiche correlate: ad iniziare dall’invecchiamento della popolazione per arrivare ai migranti passando per alimentazione, attività sportiva e prevenzione. Tutto questo perché, come suggerisce Boeri, “le differenze osservate nei livelli di salute sono riconducibili al diverso grado di educazione alla salute degli individui”. Di conseguenza “una migliore conoscenza dei rischi della salute e delle possibilità di cura – conclude – potrebbe favorire una vita sana senza aggravio di costi ed evitare fenomeni di malati-silenti o malati-scoraggiati, che non utilizzano al meglio le cure e le prestazioni sanitarie disponibili, perché poco informati sull’offerta di servizi e sui propri diritti”.

Da queste considerazioni è nato un fitto programma di incontri (70 nei quattro giorni per un’ottantina di relatori oltre ad altri 50 eventi collaterali) che sarà inaugurato da Boeri al Palazzo della Provincia (giovedì 1 giugno ore 16,00). Fra gli appuntamenti di rilievo, nella prima giornata del Festival l’incontro (ore 18, Teatro sociale) con il premio Nobel per l’economia 2012, Alvin E. Roth, che affronterà il delicato argomento delle disuguaglianze nella salute rispetto ai trapianti di organi. Nei giorni successivi seguiranno una serie di tavole rotonde in cui si parlerà della situazione della sanità in Italia e in Europa, dell’allungamento della speranza di vita, del ruolo della ricerca scientifica nella società occidentale, del profitto in medicina. E poi ancora si discuterà del rapporto esistente fra sanità e sviluppo, dei problemi delle cooperative sociali e di salute dei migranti. Senza trascurare il tema degli stili di vita che incidono sulla qualità dell’esistenza umana con un focus su alimentazione e sport.

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