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Uber, Tribunale di Roma revoca il blocco del servizio di noleggio con conducente. Federtaxi: “Sconcerto, è abusivo”

Il gruppo può continuare a operare con Uber Black. Uber Pop e Uber X continuano invece ad essere vietati, come stabilito dal Tribunale di Torino il 22 marzo. I giudici hanno tenuto conto della decisione del Parlamento di sospendere sino al 31 dicembre prossimo alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore. Federtaxi: "Salvato un aspirante monopolista"
Uber, Tribunale di Roma revoca il blocco del servizio di noleggio con conducente. Federtaxi: “Sconcerto, è abusivo”
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Uber incassa un’altra vittoria. Il Tribunale di Roma ha infatti revocato la propria ordinanza del 7 aprile scorso con cui era stato disposto il blocco su tutto il territorio italiano del servizio Uber-Black, il noleggio con conducente, e l’oscuramento della relativa app. E’ stato quindi accolto il reclamo del gruppo, mentre i giudici hanno respinto il ricorso dei tassisti. Che tornano a gridare allo scandalo, sostenendo che in questo modo “un servizio completamente abusivo potrà continuare ad operare in Italia”. Gli altri servizi, Uber Pop e Uber X, continuano invece ad essere vietati, come stabilito dal Tribunale di Torino con sentenza del 22 marzo 2017.

Il Tribunale di Roma, secondo fonti legali, ha ritenuto di dare in questo modo attuazione alla decisione del Parlamento di sospendere sino al 31 dicembre prossimo alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore taxi e noleggio con conducente. La sospensione era stata introdotta nella legge di conversione del decreto Milleproroghe con il cosiddetto emendamento Lanzillotta e aveva scatenato le proteste dei conducenti di taxi lo scorso febbraio.

Federico Rolando, portavoce nazionale di Federtaxi, ha commentato dicendo che “grazie al nostro Parlamento e agli impegni assunti e non rispettati dal Governo, un servizio completamente abusivo (come Uber Black) potrà continuare ad operare in Italia. Non abbiamo parole”, ha continuato, “per descrivere il nostro sconcerto per un Governo, un Parlamento, una Autorità a tutela della concorrenza ed una destinata a regolare proprio i trasporti, che hanno fatto di tutto per ‘salvare’ una multinazionale aspirante monopolista che vuole sottrarre il lavoro a cittadini italiani, impedendo alla magistratura di proseguire nella propria lotta all’abusivismo iniziata con le sentenze della Corte Europea del 2014 sino ad arrivare a quelle dei Tribunali di Milano e di Torino che avevano vietato Uber-Pop nel 2015 e nel 2017″:

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