Sembra che la pratica ossessiva di elencare, sui giornali e nei telegiornali, le disgrazie che accadono nel mondo, illustrandole nei minimi particolari e dando l’assoluta priorità agli orrori, sia riuscita a cancellare qualsiasi stupore, in noi che ascoltiamo o leggiamo. Dopo le ormai leggendarie immagini delle Torri Gemelle, rase al suolo dai due aerei, è difficile provare stupore, anche di fronte a situazioni complesse e non meno tragiche di altre stragi. L’assenza di stupore nell’essere umano è un sintomo pericoloso, come l’ormai provata assenza di rugiada dai prati e dalle campagne. L’assenza di stupore dall’animo umano e di rugiada dalle campagne sono entrambi gravi sintomi d’inquinamento, ovvero di avvelenamento dei due territori: quello interiore e quello naturale.

Gli orrori narrati nei telegiornali e nei titoli dei principali quotidiani tutt’al più producono curiosità, a volte creata ad arte, com’è accaduto per l’enigma irrisolto della madre che, dopo aver ucciso il figlio, si proclamava innocente. In questa vicenda, la donna, sola responsabile secondo la magistratura di aver ucciso il figlio, non è stata processata e tantomeno condannata, perché deve restare a casa ad allattare un nuovo figlio. E allora per mesi il delitto campeggia, all’inizio ogni giorno sui mezzi di informazione, poi d’improvviso viene occultato nel silenzio, lasciando ovviamente nel nostro cuore un’inconsapevole inquietudine, un fitto spessore di gelida brina che stimola appunto la curiosità morbosa tipica di eventi terribili, apparentemente inspiegabili. Ma il tramonto dello stupore non è il solo sintomo dell’attuale condizione umana. Esiste anche una sindrome specifica che si rivela in una nausea permanente e sempre più intensa.

Ho accompagnato un amico al pronto soccorso di un piccolo paese sulle rive del lago di Garda. Mentre un medico si prendeva cura del mio amico, un altro dialogava con un uomo dall’aria dimessa e sconsolata. “Vede, dottore, ho una nausea permanente, anche se mangio poco e in bianco non accenna a diminuire. Ho fatto le analisi, tutti i dati sono nella norma, l’aria qui in paese è buona”. Il medico lo interroga fino all’inverosimile, ma non riesce a farsi un’opinione.

Poi, d’improvviso gli s’illumina il viso e chiede: “Legge i giornali?”. Diligente, l’uomo risponde: “Tutti i giorni”. “Immagino segua il telegiornale e i dibattiti televisivi”, incalza il medico. “Sì. Ma ieri sera, poiché avevo anche un forte mal di testa, ho tenuto il televisore spento e la nausea è diminuita fin quasi a svanire. Ma questa mattina mi è tornata”.  “Cosa è successo?” chiede il dottore. “Mentre facevo colazione ho dato un’occhiata ai giornali e ho ascoltato il giornale radio”, ribatte il paziente. Il medico ha l’aria di saperla lunga, soffoca a malapena la gioia di aver scoperto qualcosa di estremamente importante e borbotta: “Nausea da eccesso di stimolazioni negative. Mi dia retta. Sospenda la lettura dei giornali, stacchi la spina del televisore e tenga la radio spenta per una decina di giorni. Vedrà che i sintomi della nausea spariranno. Se poi non può fare a meno dei giornali, si procuri quelli dell’anno scorso, e scoprirà che sono uguali a quelli di quest’anno.”

L’uomo sembra sollevato. I suoi occhi s’inumidiscono.

“Grazie, dottore”.

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