È guerra sugli orsi, gli elefanti e le giraffe nei circhi. La battaglia è in atto da qualche tempo, ma ora con il disegno di legge 2287-bis (all’esame in Senato) che prevede la “graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali”, è entrata in scena una vera e propria diatriba. Da una parte a fare da paladini dei circensi ci sono il senatore Carlo Giovanardi e Vittorio Sgarbi che nei giorni scorsi si sono dati appuntamento in piazza della Rotonda a Roma con clown, trapezisti, domatori e giocolieri per manifestare contro la proposta presentata dal Governo. Dall’altra parte a difendere le bestie e la relatrice del disegno di Legge, la senatrice Rosa Maria Di Giorgi (Pd), ci sono gli animalisti della Lav, Lega anti vivisezione e la Fnovi, la Federazione nazionale ordini veterinari italiani che proprio stamattina ha reso pubblico la lettera inviata al ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini a sostegno della riforma che eliminerà nel giro di qualche anno foche, orsi e tigri dagli spettacoli.

“Nel 2017 le ragioni per cui queste bestie erano state inserite negli spettacoli circensi ovvero il farli conoscere al pubblico, non sono più condizioni necessarie. Dal punto di vista medico veterinario – spiega Carlotta Bernasconi, vice presidente della Fnovi – è impossibile parlare di benessere di fronte ad animali che continuano ad essere spostati e vengono tenuti in condizioni a volte precarie. Ci sono delle regole che prevedono come devo essere tenuti, come devono essere realizzati i recinti ma oggi non è più il caso di perpetuare queste condizioni soprattutto per le caratteristiche ontologiche degli animali. Diamo pieno sostegno al disegno di Legge. Andrà trovato il sistema di ricollocamento di questi animali, ma oggi è anacronistico averli nei circhi”.

A indossare i panni del difensore dei circhi è il senatore Giovanardi che si definisce grande amico dello spettacolo viaggiante e cita a memoria la celebre preghiera del clown –Totò tratta dal film “Il più comico spettacolo del mondo”: “Vogliono levare gli animali dai circhi e allora perché non li togliamo anche a chi va a salvare le persone sotto le valanghe, al mondo dell’ippica, ai cinque milioni di italiani che hanno i cani negli appartamenti? Non si capisce il motivo per il quale i cuccioli dell’uomo, i bambini, vengono addestrati mandandoli a scuola e invece gli uomini non possono lavorare con gli animali come è sempre stato fatto? La grande tradizione culturale e storica del circo sarà chiusa se togliamo gli animali. Togliere le bestie ai circensi è come mettere una persona nel braccio della morte. Il messaggio è chiaro: progressivamente non avranno più i fondi per vivere”.

A smentire Giovanardi ci prova la Lav che su questo tema ha dedicato ben due ricerche commissionate a Censis ed Eurispes. Secondo la Lega da questi report emerge che dal punto di vista socio economico c’è una crisi drammatica dei circhi con gli animali a fronte di una forte crescita del circo contemporaneo, soprattutto al Nord. Il 71% dei cittadini in Italia, secondo l’indagine Eurispes, non vuole gli animali negli spettacoli. “Quello del circo con animali è un settore – spiega Gaia Angelini, responsabile del settore animali esotici della Lav – che va verso l’estinzione: il rapporto Censis dimostra che c’è un calo della vendita di biglietti; centinaia di amministrazione vietano di posizionare i tendoni a fronte invece di un’evoluzione del circo che usa maestranze umane. I circhi ricevono in Italia sovvenzioni pubbliche dal fondo unico dello spettacolo: in media fino al 2014 era di circa tre milioni di euro all’anno ma ora questi soldi si stanno spostando sul circo contemporaneo. Basta pensare che nel 2015-2016 la Commissione europea ha devoluto 22 milioni di euro al circo contemporaneo”.

La Lav ha l’occhio anche sull’Europa e sul mondo: “Mentre l’Italia – spiega Angelini – è ferma con una Legge di 45 anni fa, Legge 337 del 1968, che consente l’uso di tutti gli animali nei circhi, diversi Stati dell’Unione Europea e del mondo hanno già proibito totalmente o parzialmente l’uso di animali nei circhi e in qualunque forma di spettacolo”.

Su 28 Stati dell’Unione Europea, più della metà hanno già introdotto legislazioni in materia. A livello internazionale, l’ultimo Paese ad introdurre una proibizione all’uso di animali esotici nei circhi è stato il Messico nel gennaio del 2015. Secondo una tabella della Lav a Cipro, in Grecia, a Malta e nel Regno Unito è proibito totalmente l’uso di animali sotto i tendoni da circo mentre nella maggior parte dei Paesi europei è concesso parzialmente (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lussemburgo, Polonia, e altri). A non aver ancora messo uno stop ci sono oltre all’Italia, la Francia, la Germania, la Romania e l’Irlanda.

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