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Legge elettorale, dal Mattarellum alle cinquanta sfumature di Italicum: benvenuti al gran bazar per (non) trovare l’intesa - 7/11

I partiti ne parlano tutti i giorni. E basta: a oltre due mesi dal referendum e dai proclami di "tutti al voto", ogni forza politica presenta la propria proposta di riforma elettorale senza però cercare accordi. In commissione (che non esaminerà niente fino alle motivazioni della Consulta) ne sono depositate 16, ma altre saranno presentate e altre ancora sono annunciate. Eccole, una per una: il Mattarellum del Pd, il Legalicum del M5s, lo Speranzellum di Speranza e gli strani amori tra alfaniani e Giovani Turchi
Legge elettorale, dal Mattarellum alle cinquanta sfumature di Italicum: benvenuti al gran bazar per (non) trovare l’intesa - 7/11
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Le Province sono (quasi) morte, il Provincellum no

Gianni Cuperlo

Gianni Cuperlo, già protagonista dell’inutile accordo pre-referendario per modificare l’Italicum (cioè demolire, molto di più della Consulta), ha depositato in commissione la legge che ha regolato – finché sono esistite – le Province. Quindi è previsto un ballottaggio per i presidenti – bocciato dalla Corte -, collegi uninominali per la composizione dei consigli, premio di maggioranza per ottenere i tre quinti dei seggi, forse un po’ troppi visto che il Porcellum è stato bocciato per molto meno.

A favore (per ora): Cuperlo

Ps. Visto che sembrava tutto facile, Cuperlo ha corretto la sua proposta. In un blog sull’HuffingtonPost ha proposto un proporzionale con un premio alla lista che va al primo partito in proporzione al proprio risultato (dal 10% dei seggi al massimo). Gli eletti si scelgono però in collegi uninominali. “Candidati – nel numero spettante a ciascuna lista in base alla ripartizione proporzionale ed eventuale “premio” – eletti in base alla graduatoria circoscrizionale decrescente dei voti validi ottenuti da ciascuno di essi e con precedenza ai candidati che hanno ottenuto la maggiore cifra elettorale nel rispettivo collegio. Sistema (per capirci) che richiama il modello originario di elezione del Senato”. (Per capirci).

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