Prolungate per dieci anni le sanzioni Usa contro l’Iran ma senza la firma di Barack Obama. Nonostante la mancata ratifica del presidente, la legge (Iran Sanctions Act – Isa) è approvata perché votato all’unanimità dal Senato (99 a 0) e a schiacciante maggioranza alla Camera (410 a 1). “L’azione del Congresso dovrebbe mandare un segnale all’Iran e al mondo sulla serietà degli Stati Uniti riguardo all’implementazione dell’accordo nucleare” ha spiegato, in occasione del voto, il 1 dicembre scorso, il senatore democratico Ben Cardin, intendendo che il rinnovo dell’Isa non ha al momento alcun effetto pratico, essendo in atto il processo di progressivo allentamento delle sanzioni contro Teheran.

Secondo i media Usa, il mancato assenso di Obama sarebbe un segnale per cercare di placare i timori dell’Iran secondo cui Washington sta facendo marcia indietro sull’accordo per il nucleare. “Questa amministrazione ha detto chiaramente che l’estensione dell’Iran Sanctions Act, sebbene non fosse necessaria, è coerente con il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa)”, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Eearnest, in riferimento all’accordo sul nucleare siglato tra Teheran, gli Usa e le altre potenze internazionali coinvolte nel negoziato. Eearnest ha poi assicurato che “la continua implementazione del Jcpoa è uno dei massimi obiettivi strategici degli Usa e dei nostri alleati e partner nel mondo”.

Quindi, essendo in atto un processo di allentamento delle sanzioni, il rinnovo dell’Isa non pregiudica gli impegni assunti dagli Stati Uniti in base all’accordo sul nucleare. Inoltre, la Casa Bianca, che si era già detta in passato contraria al rinnovo dell’Iran Sanctions Act, sottolinea che il presidente dispone già dei poteri necessari per ripristinare o fermare le sanzioni in qualsiasi momento, senza la necessità di un passaggio parlamentare.

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