Ha creato un software utilizzato dai servizi segreti di Assad per intercettare gli oppositori e i dissidenti. È questa l’ipotesi del procuratore aggiunto Alberto Nobili, che guida il dipartimento antiterrorismo, e del pm Piero Basilone, che hanno disposto una perquisizione, eseguita questa mattina dal Gico della Guardia di Finanza, presso la società di servizi d’intercettazione Area a Vizzola Ticino, nel Varesino.

La società avrebbe fornito al regime siriano le tecnologie con cui monitorare il traffico internet a fine 2012, periodo in cui scoppiava la rivoluzione siriana. Il reato ipotizzato dalla Procura è la violazione dell’embargo comunitario per la vendita di questo tipo di tecnologie alla Siria. Per questa vicenda, sono indagati l’amministratore delegato della società e il project manager che ha seguito la vendita e l’implementazione della tecnologia a Damasco e Aleppo. La società si è giustificata dicendo che quelle tecnologie sarebbero state vendute per uso civile, alla Telecom Siria, mentre venivano in realtà utilizzate dai servizi segreti siriani. Sequestrati 8 milioni di euro, acconto per la commessa, poi saltata, dal valore complessivo di 12 milioni di euro.

Ma gli inquirenti hanno formulato anche una seconda ipotesi d’accusa che riguarda la gestione delle intercettazioni sul territorio nazionale. Area lavora infatti in appalto per numerose procure e sui terminali di una dipendente, indagata insieme al l’ad della società per accesso informatico abusivo, la Procura di Trieste aveva trovato intercettazioni di 14 Procure italiane, di cui l’azienda non avrebbe dovuto avere copia. Ritrovato anche un software, creato illegalmente, in grado di richiamare in qualsiasi momento le intercettazioni in corso, con tanto di trascrizione audio.

Questa mattina sono state eseguite le copie forensi di 20 terminali e gli inquirenti sono al lavoro per capire se Area avesse creato illegalmente una sorta di banca dati delle intercettazioni eseguite per conto delle Procure italiane.

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