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Decreto fiscale, l’emendamento di Lupi per facilitare le porte girevoli tra autorità di vigilanza e vigilati. “Un fatto di equità”

L'ex ministro ha presentato una proposta di modifica che punta a ridurre da due anni a uno il periodo durante il quale ex dirigenti e componenti degli organi di vertice di Consob e Autorità per l’energia non possono accettare incarichi in società soggette alla loro regolamentazione. Chiede inoltre di includere nella rottamazione delle cartelle i ruoli relativi a sanzioni delle authority
Decreto fiscale, l’emendamento di Lupi per facilitare le porte girevoli tra autorità di vigilanza e vigilati. “Un fatto di equità”
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Altro che paletti alle porte girevoli tra authority indipendenti e aziende vigilate. Un emendamento di Area popolare al decreto fiscale, all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze alla Camera, prevede che venga dimezzato – da due anni a uno – il periodo durante il quale agli ex dirigenti e componenti degli organi di vertice di ConsobAutorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico è vietato accettare incarichi e rapporti di collaborazione o consulenza in società soggette alla loro regolamentazione. La prima firma sotto la proposta di modifica, che sarà votata martedì sera, è quella dell’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Il motivo? “Un fatto di equità“, sostiene Paolo Tancredi, capogruppo di Ap a Montecitorio.

L’attuale articolo 29 bis della legge su “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” recita che “i componenti degli organi di vertice e i dirigenti della Commissione nazionale per le società e la borsa, nei due anni successivi alla cessazione dell’incarico, non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con i soggetti regolati né con società controllate da questi ultimi” e “i contratti conclusi in violazione del presente comma sono nulli”. Se l’emendamento Lupi passa, gli ex commissari dopo un anno e un giorno di stop potranno invece andare a lavorare per le società quotate e quelle che emettono strumenti finanziari venduti ai risparmiatori su cui ora vigilano. Stessa cosa per i dirigenti e vertici dell’Aeegsi che, al momento, per due anni dalla fine dell’incarico “non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, detenere rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore di competenza”.

Secondo Tancredi, “per le altre giurisdizioni e enti il cosiddetto periodo di raffreddamento è di un anno. Per esempio i membri dei cda di banche o fondazioni devono solitamente attendere un anno prima di avere incarichi nella pa o in società finanziarie. Quindi abbiamo pensato di equiparare la tempistica”. Anche se in questo caso il passaggio non è dal privato alla pubblica amministrazione, ma l’opposto.

Lo stesso emendamento chiede anche di includere nella rottamazione delle cartelle i ruoli relativi alle sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dalle authority, da Banca d’Italia alla stessa Consob. E punta a mantenere a cinque componenti i collegi di Antitrust e Autorità per l’energia, che invece dal prossimo rinnovo dovrebbero scendere a tre. La disposizione non dovrebbe comportare un aggravio di costi, che andrebbero coperti con risparmi.

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